Per i cacciatori marchigiani questo fine settimana sarà di festa. Sì, perché grazie alla decisione del Tar Marche di giovedì scorso gli appassionati potranno esercitare in serenità quella che, con buona pace degli anticaccia viscerali, oltre a essere un’arte antica che si è saputa evolvere per rimanere al passo con i tempi in una attività sostenibile e regolata da leggi e norme che tutelano fauna e ambiente, rimane nella nostra regione una delle attività più sentite e rilevanti. Avevamo dichiarato da queste stesse pagine che non sarebbero bastati ricorsi pretestuosi e strumentali a piegarci e così è stato. Lo abbiamo dimostrato ancora una volta non a parole ma con i fatti.
Quello ottenuto davanti al Tar è un successo di buon senso e di correttezza giuridica che consentirà lo svolgimento regolare della stagione venatoria, senza penalizzare migliaia di cittadini che avevano programmato la propria attività in base a decisioni legittimamente prese dagli organi di governo regionali. Doveroso, ma sincero e sentito, è quindi il ringraziamento che rivolgiamo in primis al Tribunale amministrativo regionale, all’avvocato Alberto Bruni di Firenze, che ha dato come sempre a Federcaccia un contributo fondamentale, al quale si è affiancato l’avvocato Paolo Cecchetti, che in Camera di consiglio ha fatto una appassionata e lucida difesa del calendario venatorio sottolineando con orgoglio il suo essere cacciatore.
Il nostro grazie va ovviamente anche al dottor Sorrenti e ai nostri Uffici tecnico scientifici, che come sempre hanno fornito puntuali e inconfutabili pareri a sostegno delle argomentazioni presentate, e agli avvocati della Regione. Di grande importanza sono le decisioni del TAR di legittimazione delle stagioni di caccia previste dalla legge 157/92, che Federcaccia da sempre sostiene, contro le proposte ISPRA di riduzione in apertura e in chiusura. È stata affermata la validità dei piani provinciali e la “eventualità” delle modifiche al piano regionale, che non è quindi un obbligo. Ancora, è stata ritenuta corretta l’applicazione della “decade di sovrapposizione” prevista dalla Guida UE, così come le argomentazioni per il mantenimento alla caccia delle specie moretta e combattente. Unica nota amara rimane la incomprensibile sospensione del prelievo di moriglione e pavoncella, in merito alle quali lo stesso Ispra aveva dato parere positivo, ma avremo modo di approfondire anche questo aspetto della questione, sul quale non abbiamo nessuna intenzione di cedere o mediare al ribasso.
Non possiamo accettare restrizioni che non siano giustificate da uno stato di difficoltà delle specie in oggetto e nessuna delle due lo è nel nostro Paese al punto da proibirne il prelievo. Federcaccia sta valutando per queste specie l’appello al Consiglio di Stato, essendovi dati ufficiali che dimostrano una ripresa del moriglione in inverno e un aumento della pavoncella in Italia sia come nidificante sia come svernante. Quello che abbiamo portato davanti al Tar per sostenere la Regione Marche è stato un impegno importante e gravoso, in termini umani, professionali e anche economici. Non posso quindi accettare che chi adesso ne gode i frutti senza aver partecipato a questo sforzo lo definisca “utile solamente per sbandierare la propria presenza”. Mi riferisco all’Arci caccia regionale, che dopo aver a suo tempo presentato e sostenuto una proposta di calendario che possiamo solo definire mortificante, adesso non trova modo migliore per giustificare la propria assenza e mancanza di coraggio nel difendere i propri tesserati e tutti i cacciatori marchigiani che dire che in fondo l’unica vera controparte è stata la Regione.
Mi auguro che questo ennesimo episodio faccia aprire finalmente gli occhi ai cacciatori. Un sincero apprezzamento lo devo rivolgere invece a Libera caccia ed Enalcaccia, che con noi hanno preso parte al dibattimento. Informo tutti i cacciatori che Federcaccia sta valutando azioni di assunzione di responsabilità nei confronti di chi con questo discutibile ricorso ha fatto perdere ai cittadini cacciatori marchigiani una giornata in preapertura e diverse specie cacciabili. Non è mai stata e mai lo sarà nostra abitudine chinare la testa di fronte ai soprusi. Concludo con un sincero “In bocca al lupo!” ai cacciatori marchigiani, accompagnato da un altrettanto sentito e fermo richiamo all’osservanza delle regole di legge, di buon senso e di attenzione verso di noi e verso gli altri. E ricordate: noi lotteremo sempre per quello in cui crediamo!