Troviamo abbastanza strano, ma a qualcuno sembra invece essere normale, condividere percorsi comuni quando sembra esserci una qualche forma di convenienza per poi uscirsene con strane accuse non si sa bene su cosa fondate se non magari sul… calendario che ricorda essere vicini al tesseramento. È il caso, e non è neppure la prima volta che accade, dell’ultimo comunicato di Arci caccia. La stessa che siede con noi in Cabina di regia, ne condivide le iniziative e gli scambi di idee, ha sottoscritto insieme a noi e alle altre Associazioni il comunicato congiunto del 9 maggio scorso in cui si prendevano le distanze dalla proposta 5 Stelle mascherata da norma a tutela degli animali e che invece propugna l’abolizione dell’articolo 842 e ha partecipato, ancora insieme a noi e alle altre, all’incontro di Bastia Umbra con l’on. Gallinella.
Non dovrebbe nemmeno essere sfuggito ai vertici Arci caccia – e se così fosse un po’ di attenzione non guasterebbe – la netta presa di distanza sempre su quel tema che Federcaccia ha successivamente autonomamente espresso proprio per sgombrare ogni dubbio su quale sia la sua posizione. Alla luce di quanto premesso, troviamo difficile spiegarci il comunicato diffuso nella giornata di ieri in cui si accusa Federcaccia di mirare alla privatizzazione della caccia sulla base di un articolo in cui non viene assolutamente citata e che non contiene sue dichiarazioni e al fatto che Eps in Toscana fa parte assieme alla Federcaccia regionale e ad altre due Associazioni venatorie, della Confederazione dei Cacciatori Toscani.
L’unica spiegazione, che ovviamente non ci piace, è che per colpire la CCT, e già che c’era Federcaccia nel suo complesso, l’Arci abbia deciso di usare l’argomento dell’articolo 842 del codice civile alla ricerca del recupero di qualche consenso, sventolando in una battaglia di retroguardia la bandiera della lotta di classe. “Se ce ne fosse ancora bisogno – ha dichiarato il presidente nazionale Massimo Buconi – Federcaccia ribadisce la sua contrarietà netta e senza possibilità di interpretazione alla abrogazione dell’842. Se l’inizio dei rapporti con la mia presidenza è questo, credo sia meglio chiarire subito che di fronte a questo modo di fare non resteremo a osservare in silenzio. La correttezza e la linearità di comportamento deve essere tale a tutti i livelli e non è con queste basi che si potrà costruire quel confronto che riteniamo invece necessario è imprescindibile per far crescere la caccia. Proprio perché siamo convinti della necessità di unità del mondo venatorio sarà comunque mia premura nei prossimi giorni incontrare il presidente nazionale Arci caccia per un chiarimento a tutto campo, certo che da questo potrà scaturire un percorso condiviso”.
“Il Comunicato di Arci Caccia è la riprova dello stato confusionale che sta da tempo imperando in un’associazione oramai priva di bussola e dilaniata dalle continue diatribe interne – ha affermato il presidente regionale di Federcaccia Toscana Marco Salvadori commentando la vicenda –. Accusare la Federcaccia, convintamente impegnata nella costruzione del processo unitario in seno alla Confederazione Cacciatori Toscani, di supportare il tentativo di abrogazione dell’art. 842 del Codice Civile è una insinuazione inaccettabile, smentita peraltro dai documenti e dai comunicati ufficiali della Federazione stessa. Un tentativo all’indomani della perdita di migliaia di iscritti, di riconquistare da parte di ciò che rimane di Arci caccia, una improbabile immagine di difensori della caccia pubblica. Intendo da subito essere chiaro: non passerà il tentativo, alquanto maldestro, di provare a dividere la Federcaccia Toscana da quella Nazionale. Si rassegnino questi signori, che a differenza di quanto accade in casa loro, la Federcaccia è una e tutta impegnata nella stessa direzione, su una piattaforma che la stessa Assemblea Nazionale ha sancito pochi giorni fa”.