La presa di posizione di Arci Caccia
Siamo curiosi di sapere quale brutto film ha visto questa volta il presidente regionale dell’Arcicaccia, che come abbiamo ripetutamente dovuto nostro malgrado rilevare non è nuovo – lui sì, a differenza di noi – raccontare una realtà alternativa ai fatti. E per farlo continua a sostenere l’operato – legittimo, sia chiaro, ma per noi inaccettabile – dell’Ufficio caccia della Regione Marche che abbiamo avuto l’“ardire” a suo giudizio di delegittimare impugnandone il CV. Sì, Federcaccia ha impugnato il calendario e lo ha fatto perché la Regione Marche ha con quel calendario sottratto venti giorni di caccia agli appassionati. E siccome la tutela degli interessi, altrettanto legittimi e fondati, dei cacciatori è compito delle Associazioni Venatorie – o almeno di una parte di esse, a quanto pare – quel calendario poteva e doveva essere impugnato.
Il ricorso della Federcaccia
Non è un affronto alla Regione e non è nulla di inaudito. Il ricorso di Federcaccia non è, come Arcicaccia cerca di far passare, lo stesso o fatto con le associazioni animaliste. Il loro mirava a mandarci a caccia di meno, Federcaccia lo ha fatto per andare a caccia di più. Evidentemente ad Arcicaccia sfugge l’importanza di dare punti di vista diversi ai giudici, così come di non giocare sempre in difesa. Poi, certo, qualcuno può trovare preferibile barattare la tranquillità con i giorni di caccia o con qualche specie. Ricordiamo che l’Arci per questo Calendario non voleva né la caccia al combattente né la preapertura agli acquatici, a esempio. Arcicaccia del resto non ha mancato in passato di sdraiarsi sulle posizioni restrittive degli ambientalisti o più di recente dell’ISPRA per stare tranquilla sotto l’ombrellone, quindi non ci fa meraviglia il modo di pensare del presidente marchigiano.
I precedenti da tenere a mente
Consigliamo allora il presidente di Arcicaccia Marche di approfittare del riposo sotto l’ombrellone per riflettere meglio sui contenuti della sentenza del TAR. Potrebbe così accorgersi che ben lungi dall’essere una sconfitta ha fissato invece importanti precedenti di cui, al solito, anche i tesserati della sua Associazione – e di altre – godranno senza che i loro dirigenti abbiano mosso un dito. Nello stesso tempo il presidente Arcicaccia potrebbe comprendere (anche informandosi) che varie motivazioni che invece hanno portato al rigetto del ricorso ambientalista sono state predisposte in collaborazione tra gli Uffici Regionali e l’Ufficio Studi e Ricerche di Federcaccia. Rivendichiamo con orgoglio quel ricorso al TAR che, unica, Federcaccia ha fatto e se la Regione si è sentita in qualche modo screditata ci auguriamo ne faccia tesoro.
Il parere ISPRA
La sollecitiamo anche ad avere maggior coraggio per il futuro, soprattutto nella stesura del prossimo calendario venatorio, senza accettare acriticamente il parere ISPRA, seguendo invece quelle linee e documenti che l’Ufficio Studi e Ricerche Federcaccia già le ha fatto avere e che hanno contribuito – pensi il presidente Arcicaccia quanto è inutile il nostro lavoro – ad altre Regioni di mantenere tempi e specie. Toscana, Umbria e Sardegna, gli dicono forse qualcosa? A noi non interessa il tirare a campare per non scontentare nessuno, ma difendere la caccia e i cacciatori marchigiani e continueremo a farlo senza nessun timore reverenziale nei confronti di nessuno. Né delle Istituzioni, verso cui portiamo rispetto ma non certo soggezione, né di personaggi che ancora sognano di passate – dubbie – glorie e che la storia ha dimostrato essere ormai fuori dal tempo. (Federcaccia Marche)