La risposta ad Arci Caccia
Con il suo ultimo comunicato ancora una volta il presidente di Arcicaccia Marche cerca – fallendoli entrambi – di ottenere il duplice risultato di vendere per oro la paglia e di denigrare Federcaccia. Se Arcicaccia Marche mettesse nella reale e non propagandistica difesa dell’attività venatoria regionale lo stesso impegno che pone nell’attaccarci forse anche i suoi tesserati potrebbero essere contenti, come lo sono i nostri, di avere chi tutela e rivendica i loro diritti. Federcaccia Marche ringrazia ovviamente la Regione per avere ripristinato la giornata aggiuntiva alla migratoria, che il TAR aveva sospeso. Questo però dimostra che è possibile approvare nuove delibere che vadano anche contro le sospensive dei TAR, ovviamente con motivazioni nuove e più argomentate, che è quanto abbiamo sempre sostenuto.
Giornate aggiuntive
Troviamo quindi sinceramente esagerato veder presentare da Arcicaccia come un risultato clamoroso di cui andare orgogliosi che la Regione ha ottenuto “solo dopo 3 giorni dalla richiesta” il parere positivo sulla seconda giornata aggiuntiva. A noi viene più facilmente da chiederci come mai non sia stato fatto prima, magari senza il bisogno di riunirsi “in via straordinaria di sabato”, come ricorda sempre l’Arci. Ci sembra piuttosto che le cose siano due: o in tre giorni sono cambiate le condizioni climatiche, la consistenza delle popolazioni e gli altri fattori che vengono presi in considerazione in questi casi oppure, più facilmente, come ha sostenuto Federcaccia il calendario venatorio regionale era stato insufficientemente argomentato prima e non solo sulle giornate? Invece di opporsi alla richiesta – solo perché avanzata da noi – fatta alla Regione di ricorrere al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar, Arcicaccia Marche potrebbe poi cercare di capirne un po’ più approfonditamente le motivazioni e ricordare – ma forse lo ignora – i due pronunciamenti favorevoli emessi da questo lo scorso anno in Toscana e Sardegna. Si accorgerebbe così che di insensato nella nostra richiesta non c’è proprio nulla. Sempre che Arcicaccia Marche non voglia continuare a negare l’evidente insufficienza delle argomentazioni tecnico giuridiche a sostegno del calendario deliberato dalla Regione. Della serie: meglio non ricorrere, che le mancanze verrebbero messe in luce. Ma, ulteriore riflessione, se la Regione Marche non dispone di studi e dati aggiornati da portare a sostegno delle proprie delibere in tema venatorio, chi è che dovrebbe provvedere a colmare questa mancanza? Perché rifiuta la collaborazione offerta a differenza di quanto fanno altre Regioni, con soddisfazione dei cacciatori locali?
Come sono andate le cose
Di fronte a questo ennesimo attacco di Arcicaccia Marche non possiamo che ricordare le vicende di questo e degli ultimi anni:
Federcaccia chiede da sempre il mantenimento delle date della 157/92 in termini di chiusura e apertura, quindi il 31 gennaio per turdidi e beccaccia mentre per Arcicaccia Marche è giusto chiudere tutto al 10 gennaio, in totale difformità dalle regioni confinanti e dalla legge nazionale.
Arcicaccia Marche ha approvato il calendario venatorio 2023-24 con limitazioni autoimposte in riduzione rispetto alla sentenza TAR 2023 (preapertura al colombaccio dal 1 giorno, stagione di caccia al combattente, seconda giornata alla quaglia in preapertura) e ha approvato anche il dimezzamento del carniere di allodole rispetto a quanto stabilisce il piano nazionale.
Arcicaccia Marche ha in passato sostenuto i divieti di caccia al combattente e alla moretta, ma oggi, dopo le vittorie ottenute al TAR negli anni scorsi grazie alle argomentazioni Federcaccia non si pronuncia più su queste due specie.
Si può concludere dunque che per Arcicaccia Marche sia giusto cacciare di meno, sia corretto autolimitarsi anche rispetto alle vittorie ai TAR, sia giusto in definitiva piegare ancora e sempre la testa e accettare penalizzazioni o autoimporsele perché… così non possono darcele gli altri!
Conclusioni finali
Infine, quanto al grossolano tentativo di far passare fra le righe che a guidare le azioni di Federcaccia Marche sia una presa di posizione contro la Giunta di tipo politico l’Arcicaccia sembra dimenticare, abbastanza curiosamente, che fra le due nostre associazioni non è Federcaccia a essere espressione di un partito ben determinato. Meriti e demeriti, complimenti o critiche – sempre costruttive e sempre fondate – Federcaccia li esprime indipendentemente dal colore politico dei Governi e delle Giunte. E con la stessa franchezza non ci esimiamo da una ultima riflessione. È indubbio che a livello nazionale FdI e Lega – gli stessi partiti che guidano Regione Marche – manifestino vicinanza e attenzione ai cacciatori e al mondo venatorio, per tacere di un’aria diversa che comunque si respira fra i banchi parlamentari non solo della maggioranza. Possibile che le scelte restrittive e autolesioniste nei confronti dell’attività venatoria si debbano osservare, unica Regione in Italia, dalla Giunta del Presidente Acquaroli? Una circostanza che facciamo veramente fatica a spiegarci e a spiegare ai cacciatori. (Federazione Italiana della Caccia Marche)