Non ottenuto dal governo quanto anche noi avevamo richiesto di sostenere a Regione Lombardia in persona del Presidente Fontana, la Toscana ha deciso di fare da sola. Quella della Regione Toscana è una dimostrazione di coraggio, di politica con le palle. È la politica che fa la politica, che sa andare oltre una posizione ideologica dello Stato per far capire al governo che certe sue posizioni sono infondate, discriminatorie e infondate. È l’urlo di un governatore di Regione di fronte a ministri con le orecchie turate, a cui non è parso vero di vietare la caccia senza chiuderla. È la politica con le palle, quella che forza la mano, se non ottiene quanto dovuto nei confronti istituzionali (in Conferenza Stato Regioni). Per il governo e per i prefetti i cacciatori in zona arancione non possono uscire dal comune di residenza per cacciare e di fronte all’ennesimo “niet” di fronte alle richieste del territorio, la Toscana (a guida Pd…) ha deciso di mandare un segnale forte…
Un tempo si sarebbe parlato di un motto spregiudicato e schietto. Una lezione importante quella della Toscana: la politica che sa forzare la mano di fronte ad una impasse che dura dal 3 novembre, applicando un provvedimento del governo come più conviene, non accettando l’interpretazione ideologica e immotivata a 5 Stelle. Non possiamo che sperare che Giani, padrone in casa propria, faccia scuola anche in Lombardia e che il Presidente Fontana a questo punto, ne segua le orme. Che questo provvedimento duri un giorno o duri fino a fine stagione, ne rimane il valore assoluto. Di politica con le palle.