Due settimane fa il Tribunale di Lecco ha accolto il ricorso di un capannista dopo che la provincia lombarda gli aveva contestato la mancata segnatura sul tesserino venatorio della giornata. Si tratta di un precedente importante e di cui bisognerà tenere conto. L’uomo era ospite di un altro cacciatore nell’appostamento fisso ed era quindi un semplice osservatore. Quel giorno, dunque, non esercitò l’attività e non aveva nemmeno i fucili.
La sezione regionale della Lombardia della Federcaccia ha deciso di difenderlo dopo la prima ordinanza in modo da ottenere una sentenza utile per tutti i cacciatori. La stessa Regione aveva precisato tempo fa che esiste l’opzione del cacciatore-osservatore, a patto che non ci siano armi a lui intestate. La legge vieta di accedere al capanno se l’ospite è in possesso del fucile, altrimenti è libero di entrare.
Quando il capannista fu controllato, non ci fu la verifica delle armi, in particolare la loro intestazione: altra dimenticanza fu quella relativa all’accertamento di chi avesse realmente sparato. La stessa Federcaccia Lombardia ha ora invitato a trasmettere una copia di questa sentenza agli Uffici Territoriali Regionali (UTR) e ai comandi di Polizia Provinciale, visto che già da un mese sono stati elevati verbali simili nei confronti di diversi cacciatori.