“Sembra un corto circuito – afferma l’associazione, così come riportato da Ansa – da una parte continue accuse del mondo agricolo di non contenere la specie e l’Assessorato regionale che spinge per una maggiore incisività, dall’altra ora la nota di biasimo della sede bergamasca della stessa Regione per aver abbattuto troppi cinghiali (895 contro 800), la cui presenza sul territorio delle Prealpi bergamasche è in realtà ancora manifestamente eccessiva”.
Nel frattempo – si sottolinea – la specie prolifera e le stime non corrispondono alla realtà: sarebbe stato necessario aumentare gli abbattimenti come richiesto ancora alla fine di dicembre”.