Alcol, droga e porti d’arma infatti non vanno d’accordo fra loro da sempre e basta risultare leggermente positivi all’alcol test in un controllo stradale dopo una cena in pizzeria perché parta la segnalazione in automatico che a seconda della gravità del caso potrà portare alla sospensione, al ritiro o alla mancata concessione del titolo di polizia. Idem per la positività a sostanze stupefacenti. Anche a caccia chiusa, 365 giorni l’anno. Anzi, forse i solerti dirigenti di fare Verde non lo sanno, ma perfino la prescrizione di un blando ansiolitico o di un sonnifero viene segnalata dal medico curante se ritiene possa avere influenza sul corretto uso delle armi, con le conseguenze del caso.
La categoria dei cacciatori è già fra – se non forse la più – controllate nel nostro Paese. Se l’organizzazione ha bisogno di dire qualcosa per ricordare della sua esistenza o per cercare di spaventare gli appassionati potrebbe almeno sforzarsi di trovare qualche proposta innovativa che vada oltre la minaccia di una schedatura generalizzata, peraltro con diversi aspetti di incostituzionalità e con un retrogusto “littorio” a loro sicuramente gradito (Federcaccia Lazio).