Come reso noto dalla Federazione Italiana della Caccia, il Ministero dell’Ambiente ha invitato gli Uffici Caccia, l’ISPRA e il Ministero delle Politiche Agricole a una attuazione rigorosa delle misure di gestione che riguardano il prelievo venatorio della tortora selvatica. In questo modo è stata evitata l’autorizzazione alla pre-apertura per quel che concerne questa specie. Secondo l’associazione, però, nella lettera il Ministero giustifica la prassa adottata di fronte alla Commissione Europea e confermata dai pareri dell’Istituto, vale a dire l’autorizzazione di due giornate per la caccia in pre-apertura alla tortora.
Lo stesso discorso vale per la riduzione del carniere massimo stagionale fino a 20 capi. Nonostante queste precisazioni non si può dare il via libera al prelievo venatorio. È veramente sorprendente il fatto che tale raccomandazione giunga al termine di un articolato e lungo periodo in cui si conferma che la caccia alla tortora si può ragionevolmente praticare solo nella prima decade di settembre, dato che lo stesso Ministero riconosce che la migrazione della specie si esaurisce nella terza decade dello stesso mese.
Cioè, in buona sostanza, il Ministero afferma che considera attuabile la caccia alla specie, ma la vieterebbe di fatto consentendo il prelievo quando le tortore sono già andate via. FIDC non può condividere le argomentazioni e vuole dimostrare come la caccia alla tortora sia sostenibile. La posizione contraddittoria del Ministero rischia di mettere in crisi il dialogo e la collaborazione appena raggiunti.