Il 22 maggio di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della Biodiversità, proclamata nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per commemorare l’adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica. Lo scopo è quello di aumentare nei Governi e nella società la comprensione e la consapevolezza dei problemi legati alla tutela della diversità biologica del Pianeta.
Una diversità che comprende ogni essere vivente – dal più grande ai microorganismi, animali o vegetali che siano – e che nel suo complesso è messa continuamente a rischio da numerosi fattori, i principali dei quali sono i cambiamenti nell’uso della terra e del mare; l’eccessivo sfruttamento degli organismi viventi (flora e fauna); i cambiamenti climatici; l’inquinamento e le specie esotiche invasive. Il tema scelto per l’edizione del 2021 è insieme una esortazione e un monito: “Siamo parte della soluzione”.
Ecco, noi cacciatori siamo e ci sentiamo pienamente in sintonia con questo tema, rivestendo un ruolo che non solo non è compreso fra le minacce della biodiversità – la caccia origina meno dell’1% della pressione esercitata sulla Natura nel suo complesso – ma che anzi contribuisce a tenere direttamente sotto controllo 4 dei 5 punti citati: combattendo il consumo di suolo; esercitando solo un prelievo sostenibile e regolato; presidiando il territorio dall’inquinamento e dall’incuria; controllando le specie aliene invasive. Non è infatti mettendo l’ambiente sotto una campana di vetro che si può pensare di tutelare la biodiversità e arrestarne la perdita. La stessa Convenzione di Rio del 2002 indica chiaramente come l’uso sostenibile del territorio da parte dell’uomo costituisca una importante azione di salvaguardia della biodiversità e quindi come la gestione attiva del territorio sia un valore assoluto per la tutela e la salvaguardia del nostro ambiente naturale e agrario.
Ma il ruolo dell’attività venatoria non si arresta qui, perché i cacciatori con il loro lavoro, volontario e senza alcuna spesa per la collettività, sono impegnati tutto l’anno in interventi di miglioramento ambientale che vanno dalla creazione e mantenimento di migliaia di ettari di zone umide e di pascoli montani; pulizia di boschi; interventi colturali negli habitat di pianura e collina…Senza questi interventi svolti dai cacciatori il territorio risulterebbe innegabilmente più povero e meno ospitale per tutte le specie viventi. Uomo compreso. Ispirarsi al principio della tutela della biodiversità è il filo conduttore che può indicare la via maestra nella gestione delle grandi tematiche ambientali a livello globale così come nei nostri comportamenti di ogni giorno per costruire un futuro migliore per noi e i nostri figli. Un modello che i cacciatori seguono da sempre. Naturalmente.