L’Assessorato regionale si era poi impegnato a predisporre un monitoraggio dei capi abbattuti, la riduzione delle giornate di caccia da 6 a 3 ed il carniere giornaliero e complessivo. Purtroppo, ancora una volta, il Ministero competente è latente in termini di valutazione ed iniziative. Non ha tenuto conto del Piano di gestione della tortora, approvato all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni il 23 di aprile 2021 e non si è attivato per far sì che le disposizioni della Commissione europea, trovassero riscontro permissivo per il prelievo della tortora sul territorio. Tale inerzia è in netto contrasto con il dovere di definire problematiche di competenza di organi pubblici o ad essi sottoposti e ciò, per di più, in netto contrasto con le direttive del Governo in carica che ha fatto della responsabilità attuativa uno dei più apprezzabili cardini del suo operare.
Per questo Federcaccia sta valutando di adire le vie legali nei confronti di coloro che, con il loro atteggiamento non rispettoso delle norme e delle istituzioni, hanno impedito il legittimo prelievo della tortora selvatica nelle giornate di pre-apertura. La Federcaccia dell’Emilia Romagna pretende una risposta, sia del Ministro che del Presidente della Conferenza Stato-Regioni, di chiarimento su quanto accaduto ed un impegno formale ad inserire all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regione, l’approvazione del piano di gestione della tortora. All’Assessore regionale chiede di continuare ad impegnarsi affinché in futuro la tortora selvatica possa rientrare nelle specie cacciabili (Fonte: Federcaccia).