Personalmente ero convinto che, con la delibera di giovedì 23 settembre, avreste almeno cercato di salvare il salvabile, ma sono rimasto deluso: e lo sono tutti i cacciatori lombardi che vedono che in Liguria, in Emilia, in provincia di Trento, in Veneto e in Friuli (nonostante i ricorsi LAC in Veneto e Liguria patrocinati peraltro dal medesimo studio legale che sta patrocinando il ricorso contro il calendario Lombardo) la caccia ai turdidi, agli acquatici e alla stanziale si sta svolgendo regolarmente; per non parlare della Provincia di Sondrio, che credo faccia ancora parte della Lombardia!
Da avvocato amministrativista, non posso che essere deluso e amareggiato nel vedere come gli uffici regionali nei mesi passati siano rimasti insensibili ad ogni avviso circa il fatto che, approvando il calendario 2 giorni prima dell’apertura, ci saremmo trovati nella situazione in cui ci troviamo oggi, ovvero con una scontata sospensione inaudita altera parte, e non certo per carenze tecniche del calendario (se ne parlerà in udienza). Non sono un veggente: semplicemente ogni avvocato che pratichi il diritto amministrativo sa quando e perché possa scattare una sospensiva inaudita altera parte con decreto monocratico del Presidente.
Arrivati a settembre l’unica difesa a disposizione erano gli scongiuri. L’incresciosa situazione in cui avete messo la Caccia lombarda scrivendone la pagina più nera (e temo non sia finita) è figlia di scelte precise degli uffici: che si tratti di incompetenza, indolenza, supponenza o dolo antivenatorio è parimenti grave il fatto che dirigenti pubblici abbiano optato per una strategia suicida (per la Regione) e omicida (per i cacciatori) ritardando scientemente sino a due giorni prima dell’apertura la pubblicazione di un provvedimento pronto sin da fine luglio. E con la paradossale conseguenza di indebolire le motivazioni tecniche che quest’anno più che mai prima corredavano le scelte di calendario.
Non posso dimenticare che il calendario 2020/21 (prima che fossimo travolti dal caos delle zone gialle/arancioni/rosse) fu salvato dalla difesa approntata in giudizio da FIDC, cosa che gli uffici vissero come una sorta di lesa maestà. E su quel ricorso, con me, le versioni distorte degli uffici fanno poca presa: i Vs funzionari sembrano ignorare appositamente che io ero in aula e che gli atti difensivi portavano la mia firma. Le chiedo da cittadino lombardo: le strutture regionali funzionano tutte come l’Agricoltura che nel 2021 ha messo in ginocchio prima la pesca e ora la caccia, mentre gli allevatori di montagna sono ormai abbandonati al loro destino in nome del lupo?
Comprenderà a questo punto anche la mia preoccupazione per la predisposizione del Piano Faunistico Venatorio Regionale, ma anche per lo svolgimento della corrente stagione venatoria: la DG Agricoltura, almeno per quanto ci riguarda, ha bisogno di una profonda ristrutturazione organica. Tanto premesso, sono a chiederLe formalmente di incontrare il sottoscritto e i Presidenti delle altre Associazioni Venatorie in rappresentanza dei 55.000 cacciatori lombardi entro venerdì 1 ottobre, data in cui saremo a Milano con i cacciatori lombardi che vogliono far sentire la loro voce. In quell’occasione, qualora Lei ci avesse già ricevuti nel frattempo, Le chiedo che una Ns delegazione sia comunque ricevuta da un rappresentante dell’Ufficio di Presidenza. In attesa di sollecito riscontro, saluto con cordialità (Il Presidente Regionale di Federcaccia – Avv. Lorenzo Bertacchi).