Caccia alla migratoria e richiami vivi
Gli appassionati di caccia alla migratoria titolari possessori di richiami vivi, siano essi titolari di appostamento fisso che temporaneo devono entro il 31 agosto come disposto da Regione Lombardia ricostituire la Banca Dati dei richiami vivi, inserendo il numeri divisi per specie dei richiami detenuti. Questa incombenza, che segue di pochi anni l’abolizione della precedente Banca dati nasce dal fatto che l’amministrazione regionale vuole conoscere l’entità del patrimonio di richiami vivi dei cacciatori lombardi per predisporre un nuovo anellino, che quindi va commissionato alle ditte produttrici, che sarà l’unico che dovrà essere utilizzato per poterli usare a caccia. Purtroppo il precedente programma per l’inserimento dei dati, ormai di uso comune e di facile utilizzo, è stato sostituito con uno di nuova realizzazione al quale il cacciatore può accedere utilizzando il proprio Spid, l’identità digitale presso la Pubblica Amministrazione.
L’utilizzo dello Spid
E qui cominciano i dolori. Perché se è vero che dobbiamo diventare tutti cittadini e anche quindi cacciatori tecnologici molte persone, compreso chi scrive, trovano difficoltà ad accedere al nuovo sistema, come per altro successo con la precedente Banca Dati. In questo caso però Federcaccia richiese numerose password per accedere creando sul territorio dell’intera provincia una rete con moltissimi punti di supporto ai cacciatori. Oggi questo sembra non essere possibile e l’unico modo sarebbe quello di utilizzare lo spid personale dei vari dirigenti Federcaccia locali, che però diventerebbero responsabili personalmente avendo usato la propria identità digitale, di ogni dato inserito. Come Federcaccia stiamo verificando se esistono altre strade per fornire in modo alternativo supporto ai nostri associati che , al pari di altri milioni di cittadini fanno fatica ad entrare in queste nuove logiche. Logiche che per altro vaste aree della Pubblica Amministrazione oggi ignorano loro stesse condannando i cittadini alle solite peripezie bizantine per ottenere licenze, autorizzazioni e quant’altro. Ci sarebbe piaciuto, visto e considerato che da Milano ci viene spesso richiesta la collaborazione per alcune operazioni, vedi raccolta tesserini o la progettata distribuzione dei futuri anellini, che venisse studiata da chi di dovere la possibilità di dare accesso anche alle associazioni venatorie al nuovo sistema della Banca Dati. Anche in questo caso crediamo che sia mancata la giusta attenzione.
Diritti da ristabilire
Sappiamo che Regione Lombardia sta predisponendo il testo della bozza di Calendario Venatorio per la stagione 2024/2025 da inviare a Ispra. Normalmente viene inviato nel mese di marzo. La novità di quest’anno, frutto di alcune modifiche alla legge nazionale 157/92 è che la bozza di calendario dovrà essere valutata anche dal Comitato Tecnico faunistico Nazionale che vede al suo interno una variegata compagine di rappresentanti di tutte le parti sociali ed istituzionali coinvolte. Questo passaggio potrebbe essere importante per superare la deriva ideologica messa in campo da anni da Ispra attraverso pareri tutt’altro che basati su affermazioni tecniche. Vorremmo anche che la politica, o almeno quegli esponenti che hanno giovato del voto dei cacciatori, abbiano preparato il terreno, come si suol dire, presso il Ministero dell’Ambiente per avere maggiore serietà da parte di Ispra nel momento in cui dovrà valutare il Calendario lombardo. Siamo sicuramente noiosi a ripetere in continuazione questa richiesta ma quest’anno i migratoristi bresciani hanno visto terminare la loro stagione venatoria il 10 gennaio quando abbiamo una legge nazionale che parla di 31 gennaio. Inoltre in alcune regioni, per esempio la Liguria il prelievo dei turdidi è terminato il 31 gennaio. Saremo sicuramente noiosi ma non ci fermeremo mai finché i nostri diritti non saranno ristabiliti. (Fonte FEDERCACCIA BRESCIA – CACCIAPENSIERI)