Il mondo venatorio lombardo, i cacciatori bresciani in particolare, cominciano a pensare seriamente di appartenere ad una categoria di cittadini discriminata a prescindere. Siamo tempestati di telefonate nelle nostre sedi provinciali e ancora di più lo sono i dirigenti dell’associazione ad ogni livello, dalle telefonate dei nostri associati che non si capacitano delle interpretazioni negative date al diritto di esercitare l’attività venatoria nel proprio comune di residenza, trovandosi la Regione Lombardia in zona Rossa.
Nessuno di noi vuole negare la gravità dell’epidemia ma ci sono molte aree della nostra provincia, come nella vicina Bergamo che sono in una situazione ben lontana da quella di questa primavera o da quella in cui versano le provincie della Lombardia occidentale. Ci sono comuni montani e in altre zone del bresciano dove i casi di positività si contano sulle dita di una mano e non si capisce a quale rischio si esporrebbe un cacciatore che volesse andare nel bosco con il proprio cane oppure un capannista che a notte inoltrata si recasse nel proprio capanno per aspettare l’alba e qualche sassello.
Non ci è proprio chiaro il criterio per cui alcune attività sono autorizzate ed altre no. Posso andare nei campi con il cane ma se ho cane e fucile no. Posso andare nei boschi con la mountain bike ma con scarponi e fucile no. Posso passeggiare sulla riva di un fiume ma se voglio andare a caccia no. Crediamo che ogni cacciatore bresciano non ne faccia una questione di invidia ma di dignità personale: è mai possibile che se qualcuno deve essere oggetto di limitazioni, i nostri associati devono sempre vincere il primo premio?
Gradiremmo una spiegazione, anche scientifica perché proprio non riusciamo a capacitarci di come una persona che all’alba si reca nei campi o al capanno e a fine mattinata rientra a casa possa esporsi al contagio. Ci sforziamo in mille telefonate ma non troviamo una risposta. Federcaccia Lombardia ha scritto una nota al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro per le Politiche Agricole Bellanova per avere una risposta ufficiale e un documento dello stesso tenore è stato inviato dall’Assessore Fabio Rolfi. Contestualmente, visto che comunque i cacciatori pagano delle “tasse di concessione” salate, abbiamo chiesto alla Regione Lombardia di rinunciare per il prossimo anno ad incassare sia la tassa regionale che quella sui capanni.