Un interessante convegno
Lunedì 5 agosto si è svolto a Vezza d’Oglio in alta Valle Camonica un interessante convegno dibattito dal titolo “Grandi predatori: un problema sociale da gestire”. Di fronte ad un centinaio di persone, a vario titolo interessate, in particolare piccoli allevatori, cacciatori e operatori turistici, la serata ha visto intervenire i rappresentanti provinciali di Federcaccia, Arcicaccia e Anuu, il giornalista Giovanni Todaro ed il professor Michele Corti, seguiti a chiusura dall’eurodeputato Paolo Inselvini. Coordinati magistralmente da Francesco Bosco. Desideriamo riportare le questioni affrontate perché le riteniamo importanti nel panorama della natura che frequentiamo e che, se oggi nel Bresciano e in Lombardia siamo ancora entro la soglia di guardia, di questo passo e senza progetti e controlli potremmo essere ben presto con i problemi e al livello delle altre Regioni Italiane. Ma andiamo per ordine.
Identità di vedute
Le Associazioni venatorie, con Fiore per Arcicaccia, Baggiolini per Anuu e il nostro Presidente Giacomo Lanzini per Federcaccia, senza intese precedenti, hanno svolto degli interventi complementari e pressoché con identità di vedute e sugli stessi temi. Riprendiamo dall’intervento del nostro Presidente delle posizioni significative del pensiero del mondo venatorio rispetto al tema. “Se è vero che lupo e orso dicono ci arricchiscano per quanto riguarda la biodiversità è certo che ci danneggiano relativamente al loro prelievo di specie selvatiche più facilmente predabili, capriolo, muflone e cervo per le selvatiche, e di quelle domestiche che durante i mesi estivi sono solite pascolare in quota: bovini, equini, ovini e caprini; animali questi che contribuiscono notevolmente al rinnovamento della cotica erbosa a vantaggio di molte altre specie, anche selvatiche, come mammiferi e uccelli. Ora i proprietari di questi animali pascolatori, non necessariamente agricoltori quanto singoli appassionati con greggi ridotte, quando accadono predazioni con morte e ferimento grave delle proprie bestie, smettono di monticare e di tenere capre e pecore, alla faccia dell’aumento della biodiversità“.
Processi di gestione
Le Associazioni venatorie sono solidali con le comunità, con i loro Amministratori, con i problemi che devono affrontare senza alcuna voce in capitolo rispetto alla situazione, che, se è vero che talune Amministrazioni regionali o delle Provincie autonome hanno negli scorsi anni approvato i progetti di reintroduzione dell’orso e di tutela del lupo, con il senno di oggi dovrebbero avere il diritto di rettificare o di governarne i processi di gestione (fonte: FIDC Brescia).