Si è tenuto lunedì in Prefettura la prima riunione del tavolo tecnico per il controllo delle nutrie voluto dalla Provincia di Brescia, nello specifico dal vice presidente Guido Galperti. Presenti agricoltori, amministratori, istituzioni e alcune associazioni venatorie. A caldo vogliamo fare qualche riflessione: innanzitutto non ci sembra che siano ancora maturi i tempi per parlare di eradicazione di questo roditore che tutti conosciamo fin troppo bene. Le istituzioni locali continuano a contare sull’operato dei volontari, i più dotati di porto d’armi ma a livello nazionale non si è ancora risolto il problema creando la figura dell’Operatore Faunistico Volontario.
Cosa si stia aspettando non è dato da sapere. In secondo luogo si vuole insistere con uno schema che ad oggi non ha dato nessun risultato pratico. Infine a fronte di programmi roboanti che parlano di “eradicazione”, termine che non lascia adito a fraintendimenti, non si fa altro che trovare limitazioni per gli operatori volontari. I quali, circa 400, dovrebbero eradicare 140mila nutrie sostanzialmente facendo volontariato.
Il mondo venatorio, lo ripetiamo per l’ennesima volta, è disponibile ad impegnarsi maggiormente sull’argomento ma con le dovute garanzie e soprattutto con le sacrosante contropartite! E per contropartite si intende la possibilità di prelevare, durante l’intero arco dell’anno con l’arma da fuoco, secondo piani prestabiliti, corvi gazze e volpi e non solo nutrie per realizzare una seria e corretta gestione del territorio. Altrimenti le nutrie continueranno ad essere argomento di tavoli tecnici per i prossimi mille anni.