La prossima stagione venatoria
Ed alla fine il famigerato parere Ispra sulla proposta di Calendario Venatorio per la stagione venatoria 2023/2024 è arrivato. Queste almeno dicono le voci di corridoio, quelle solitamente ben informate, e sicuramente a breve ne avremo la conferma. Ovviamente non lo conosciamo nei particolari non avendolo letto ma quello che temevano sembra essere purtroppo una realtà. Quale? Semplice, quella per cui il parere Ispra è identico a quello dello scorso anno, a testimonianza che il Governo, il Ministro competente sulla materia caccia e i tanti parlamentari partiti per la Capitale dalla Lombardia non hanno fatto nulla, ma proprio nulla, anzi meno di zero, per tutelare i diritti dei cittadini cacciatori che saranno offesi anche quest’anno da un parere Ispra quantomeno discutibile.
Le indicazioni dell’ISPRA
Perché, almeno questo ci sarà permesso, criticare e contrastare ciò che non condividiamo.
Quindi, tornando al calendario, Ispra vorrebbe che la stagione venatoria iniziasse il 1 ottobre e non, come di consueto e come previsto dalla legge 157/92 dello Stato Italiano, la terza domenica di settembre: quindi i tecnici di Ispra assurgono al ruolo di legislatori, estromettono il Parlamento espressione democratica del volere degli italiani dai propri compiti e decidono loro cosa si deve fare e se una legge non è più valida. Le altre amenità previste in questo documento ve le esporremo la prossima settimana dopo averlo letto ma siamo consapevoli che questa richiesta del 1 ottobre basta e avanza per rovinarci la prossima stagione. La Regione Lombardia potrà discostarsi da questa indicazione, ma lo dovrà fare con motivazioni che, in caso di un ricorso da parte dei soliti animalisti, per altro per scontato, dovranno convincere i giudici del Tar della Lombardia.
La necessità di nuove strategie
Una missione non facile ma dalle solite indiscrezioni sembra che l’Assessore Beduschi voglia provare a costruire un solido percorso per provare ad ottenere una sentenza favorevole come accaduto in qualche altra regione lo scorso anno. Certo parliamo di solido percorso e non di un tentativo di bandiera come quelli pretesi da alcuni consiglieri regionali che si sono lamentati del mancato invio della richiesta di deroghe e roccoli a Ispra; dal nostro punto di vista, personale sia chiaro, le richieste vanno fatte se si hanno nuove strategie, nuovi progetti, nuove idee, costruendo meccanismi precisi e attuabili e non tanto per farle! Il “tanto per farle” non serve al mondo venatorio e suona come una presa in giro, di quelle anche sgradevoli e stantie. Non è stato un bello spettacolo quello visto nei giorni scorsi, a due mesi dalle elezioni, il conflitto tra persone che dovrebbero tutelare l’attività venatoria, persone che dovrebbero trovare un accordo fatto di unione delle forze, di unione di idee ed energie ma soprattutto di competenze. Non perdiamo quindi la coesione adesso per il Calendario venatorio, cominciamo a guardare il tema delle aperture e delle chiusure, il tema dei periodi di caccia e cerchiamo di risolvere il problema.
L’atteggiamento della politica
Poi la questione anellini seguirà immediatamente dopo: i consiglieri eletti, l’Assessore Beduschi, i funzionari, hanno delle soluzioni e delle idee? Le mettano sul tavolo, ma serie però, il mondo venatorio cercherà di fare la sua parte, soprattutto Federcaccia. E quando diciamo idee serie, devono essere supportate da più pareri legali, di differente estrazione, da proposte tecniche, utilizzate in altri Paesi europei, sostenibili insomma. Oggi il vero problema resta l’atteggiamento della politica nazionale nei confronti di Ispra, tutto il resto sono sterili diatribe tra soggetti senza grandi poteri se non addirittura nulli. Confidiamo nelle parole usate dall’Assessore Beduschi nel suo primo incontro con le associazioni venatorie durante il quale ha auspicato collaborazione: noi siamo pronti! La volontà politica tanto auspicata da qualcuno, pronto già a criticare in modo radicale le sue stesse scelte elettorali, deve tradursi in un impegno qualificato, intelligente che produca delle nuove strategie perchè altrimenti se continuiamo a riscaldare le vecchie minestre faremo la fine che abbiamo fatti gli scorsi anni. Siamo consapevoli che tra i dirigenti venatori ci siano differenti vedute, ma oggi parliamo di periodi di caccia, della durata della stagione venatoria, della possibilità di continuare una forma di caccia, quella da appostamento fisso se non si risolve la questione anellini, quindi tutto il resto deve passare in secondo piano per il bene della caccia! (fonte: FIDC Brescia).