Una nuova sentenza favorevole alla caccia
Ci risiamo! Dopo la sentenza del Tar dell’Emilia Romagna che ha respinto il ricorso degli animalisti al calendario venatorio, ieri mattina il Tar dell’Umbria ha emesso l’Ordinanza di respingimento della richiesta di sospensione del calendario venatorio regionale avanzata dalle associazioni ambientaliste estreme, anticaccia e animaliste e quindi in brevissimo tempo la caccia riaprirà anche nella regione del centro Italia. Certo, l’Umbria è un po’ più lontana in linea d’aria dell’Emilia Romagna ma ci troviamo comunque sempre sul suolo patrio! Quindi per l’ennesima volta il TAR della Lombardia ha emesso una sentenza in controtendenza rispetto a quella delle altre regioni italiane accogliendo tutte le tesi dei ricorrenti, cioè gli animalisti.
Calendario venatorio
Proviamo a leggere le motivazioni dei giudici milanesi : “il calendario venatorio regionale per la prossima stagione 2022-2023, nella parte in cui prevede l’avvio della caccia a partire dal 18 settembre 2022 per le specie ornitiche Beccaccino, Frullino, Gallinella d’acqua, Folaga, Porciglione, Germano reale, Alzavola, Codone, Fischione, Mestolone, Marzaiola, Canapiglia, Tordo bottaccio e Beccaccia, appare essere stato predisposto senza tener conto dell’indicazione contenuta nel parere ISPRA del 31 marzo 2022, che riteneva maggiormente idonea un’apertura generale della caccia programmata a tutte le specie ornitiche (e di piccola selvaggina) per il 1° ottobre 2022, onde «favorire un più completo sviluppo degli ultimi nati per diverse specie sottoposte a prelievo venatorio, di evitare il rischio di confusione con altre specie non cacciabili e di ridurre il disturbo generato dalla presenza di un numero elevato di cacciatori sul territorio in una fase ancora delicata del ciclo biologico per diverse specie non sottoposte a prelievo venatorio».
Le responsabilità di ISPRA
Se Ispra scrive che i cacciatori possono confondersi con altre specie deve indicare quali sono perché altrimenti invece che un Istituto di tecnici e studiosi assomiglia più ad una clinica oculistica. Se Ispra scrive che va ridotto il disturbo per quelle specie che non hanno ancora completato il ciclo biologico deve indicare quali sono, perché altrimenti perde di credibilità. Tanto è vero che possiamo leggere invece, nel parere espresso dal Tar dell’Umbria, quanto segue: Punto primo “il parere reso dall’ISPRA, come pacificamente riconosciuto dalle parti, riveste carattere obbligatorio ma non vincolante, dal quale la Regione può discostarsi motivando adeguatamente le scelte difformi compiute motivazioni che appaiono ad un primo esame emergere dal documento istruttorio” e su questo non servono chiarimenti, se non che Regione Lombardia aveva ampiamente motivato le motivazioni dello scostamento. Punto secondo “le allegazioni, scrive sempre il TAR Umbria, di parte ricorrente circa la mancata considerazione delle ricadute dei fenomeni siccitosi dei mesi appena trascorsi e del fenomeno degli incendi sulla fauna selvatica non appaiono adeguatamente supportate da dati relativi all’incidenza di tali non negabili fenomeni sulle specie cacciabili rispetto alle quali si contesta la data di apertura della stagione venatoria”. Cioè a dire: se dite che la siccità porta danni alla selvaggina servono i dati non le chiacchiere. Punto terzo: “«le specie oggetto di caccia – spiega il Tar umbro- che nidificano in Umbria sono tutte al di fuori del periodo riproduttivo, (che include anche le cure parentali).
Key Concepts
Di quelle indicate nel parere ISPRA: Germano reale fine periodo KC III decade agosto, Starna (III decade sett.), Fagiano e Quaglia (II decade sett.) per le quali il 18 settembre è la fase finale della ultima decade di riproduzione. Quindi solo queste tre specie sarebbero oggetto di caccia per una sola giornata (l’ultima), rispetto a una decade intera consentita dalla Guida alla Disciplina della Caccia UE, e ritenuta facoltà delle regioni da ISPRA e MITE”. Incredibile! In Umbria gli animali completano prima che in Lombardia il loro ciclo biologico e non possono essere confusi! Siamo proprio sfortunati noi cacciatori lombardi! Quale è in sintesi la spiegazione di due sentenze su un identico argomento e su un calendario sovrapponibile diametralmente opposte? Mistero, almeno per noi comuni mortali. Ecco perché auspichiamo che la Regione Lombardia promulghi entro la settimana, diciamo entro venerdì, una delibera che autorizzi, solo da appostamento fisso la caccia al tordo bottaccio e al germano reale e all’alzavola. Questo sarebbe un atto politico importante e un atto di giustizia atteso da 7.000 capannisti bresciani (fonte: Federcaccia Brescia – Cacciapensieri).