Pochi gesti scorretti rischiano di vanificare l’impegno di tanti dirigenti venatori e amministratori pubblici. Stiamo parlando ovviamente dei reati accertati durante la prima settimana di preapertura a Brescia. Alcuni cacciatori sono stati sorpresi ad utilizzare richiami elettromeccanici e in possesso di esemplari abbattuti di tordine e balie nere. Non ci interessa questa volta quantificare il numero delle persone sanzionate sulla base di quanti erano a caccia: prelevare esemplari vietati durante la preapertura è inaccettabile, è un danno di immagine per il mondo venatorio incalcolabile.
Le uniche specie consentite in preapertura sono, in provincia di Brescia, i corvidi e un cacciatore non può confonderli con tordine e balie nere. Non possiamo più tollerare questi comportamenti perché mettono a rischio la passione di migliaia di persone. Chi vuole andare a caccia deve rispettare le regole, che sono chiare e conosciute da tutti, altrimenti stia a casa; siamo certi che nessun medico di base prescrive a nessuno l’obbligo di andare a caccia. Grande imbarazzo ha colpito gli organi regionali che hanno autorizzato la preapertura a Brescia e la prima reazione è stata quella di non autorizzarla più per il prossimo anno. Non va bene!
Il prelievo di corvidi in preapertura ha una valenza gestionale straordinaria oltre ad essere una caccia difficile e di grande soddisfazione e quindi non autorizzarla sarebbe un vero peccato, in considerazione del fatto che interessa tantissime persone, soprattutto giovani. Federcaccia deve farsi carico di promuovere, con uno sforzo maggiore, la cultura del rispetto delle norme e se verranno inasprite le sanzioni, come sembra stia facendo il Governo in carica attraverso un documento per la lotta al bracconaggio predisposto dal Ministro dell’Ambiente Costa, non potremo certo incolpare solamente i soliti animalisti. Il futuro della caccia dipende dai cacciatori, dalla loro capacità di istituzionalizzare la caccia come strumento di regolazione della Natura, quella Natura che la civiltà urbana, delle città, ha abbandonato a se stessa dopo millenni di convivenza costruttiva. In questo contesto i cacciatori possono e devono avere un ruolo preciso e condiviso da tutta la società. (Federcaccia Brescia)
Certo che confondere il prispolone, e la balia nera per un corvide è il massimo;poi quelli di Brescia si lamentano se solo su 2 delle 12 province della Lombardia fanno i controlli;quando escono le squadre speciali antibracconaggio della Forestale da Roma,si lamentano di essere dei perseguitati????