Come spiegato dall’associazione, i giovani che sono soliti frequentare gli impianti di tiro non possono essere identificati come potenziali criminali, ma piuttosto ragazzi che rispettano le leggi e la cui vita è irreprensibile, senza abusi di alcol e stupefacenti. Tra l’altro, nei casi più recenti di cronaca, in particolare nei cosiddetti “femminicidi, non sono mai state usate armi da caccia oppure da tiro.
La FIDASC considera irragionevole e immotivata l’ostilità nei confronti delle armi: ovviamente la federazione è contraria a ogni tipo di criminalizzazione della classe politica e soprattutto da parte di chi dovrebbe difendere le specialità sportive.