Ci sono stati danneggiamenti, gabbie aperte e animali morti o dispersi. Inoltre, è stata costruita una impalcatura per evitare che fosse azionato il sistema d’allarme. Per FederFauna, dunque, non è una semplice bravata, ma una vera e propria azione criminale. La rivendicazione è stata quella dell’Animal Liberation Front, meglio noto con la sigla ALF, organizzazione considerata terrorista in diversi paesi. L’ALF sarebbe inoltre finanziato da altre associazioni animaliste estranee ai reati.
A farne le spese è soprattutto il Made in Italy: l’allevamento assaltato stava per ottenere la certificazione sul benessere animale, un dettaglio di non poco conto. La Federazione sta segnalando da anni questa situazione, da fermare a tutti i costi: le vittime sono sempre le stesse, vale a dire allevamenti, macelli, fabbriche, laboratori, negozi, circhi e zoo, per non parlare degli appostamenti dei cacciatori. La richiesta dell’associazione all’Italia è quella di allinearsi ad altre nazioni e approvare una norma che riconosca il reato di ecoterrorismo.