Non tutto il mondo venatorio veneto sembra essere concorde con la legge appena varata che prevede multe fino a 3600 euro per chi disturba la caccia. Luciano Babbo, numero uno di Federcaccia Venezia, ha spiegato che il Codice Penale prevede già una disciplina di questo tipo, inoltre il 38% dei tesserini distribuiti nella regione fanno riferimento proprio alla Federazione Italiana della Caccia, dunque il consigliere Sergio Berlato (promotore della norma) non può essere definito “patrono delle doppiette”.
Babbo non ha gradito un’altra iniziativa legislativa dello stesso Berlato, la legge sulla mobilità venatoria che a suo giudizio verrà cassata a causa delle violazioni alla Legge 157 del 1992. Per il presidente di Federcaccia Venezia è anche una questione di costi. Babbo ha sottolineato come i cittadini debbano sostenere spese importanti per promuovere “leggi improponibili”, senza dimenticare i costi degli uffici legali regionali che saranno chiamati a difenderle.
Il presidente teme una gestione dell’attività venatoria nelle sole riserve, come avviene in Francia e in altri paesi europei, magari passando per un referendum dei movimenti anticaccia. L’invito rivolto alla stampa è quello di informare con dati veri, senza istigare i cittadini contro una passione vecchia quanto l’uomo: “La legge sul disturbo alla caccia è una negazione culturale“.