Anzitutto, è stato chiesto il ritiro della Legge Regionale 27 del 2017 e il conseguente ritorno delle competenze su caccia e pesca alle province venete, inserendo un principio di autonomia consono. Altro auspicio della Federcaccia veneta è che si introducano dei criteri precisi per quel che riguarda la gestione della mobilità venatoria controllata e programmata per la caccia alla selvaggina migratoria: in questo modo ci sarebbe il rispetto delle norme vigenti e della sentenza della Corte Costituzionale dello scorso 26 giugno.
Un’ulteriore richiesta è quella di introdurre il principio di eleggibilità dei componenti dei comitati direttivi dei Comprensori Alpini nel piano faunistico venatorio. Infine, Tosi ha chiesto a Zaia l’approvazione del nuovo piano, rispettoso della legge nazionale sulla caccia e di concerto con tutte le associazioni venatorie.