Siamo convinti infatti che l’agricoltura vada sempre più sostenuta, per garantire occupazione e produzione, ma debba necessariamente essere sempre più indirizzata alla tutela e alla valorizzazione dei servizi ambientali connessi e alla biodiversità stessa. In queste tematiche inoltre, noi cacciatori, possiamo essere delle figure attive e di riferimento per gli interventi e le misure di miglioramento ambientale, nonché nella gestione degli impatti e danni in agricoltura da parte della fauna selvatica. Crediamo che le dinamiche della fauna selvatica negli ambienti agro-forestali regionali debbano essere pianificate e soprattutto gestite con pragmatismo al fine di trovare il giusto compromesso di convivenza con il territorio agrario.
La figura del cacciatore inoltre può essere vista anche come custode del territorio agrario, in particolare nelle aree marginali a bassa redditività, dove è maggiore il pericolo di abbandono e dove invece le attività ambientali e venatorie possono contribuire al sostegno e alla valorizzazione di queste aree. Federcaccia auspica che questa opportunità sia solo l’inizio di una fattiva collaborazione e confronto reciproco sulla tematica dell’impatto dell’attività venatoria in agricoltura non solo in Veneto, sollecitando la partecipazione del mondo venatorio anche nelle altre regioni italiane. Riteniamo che la fauna di interesse venatorio sia parte integrante del panorama agro-ambientale e che non possa essere considerata solo nelle situazioni di emergenza o di conflitto, come molto spesso è accaduto nel passato.