Federcaccia fornisce un contributo concreto nel confronto fra Regioni e Governo. Un dettagliato e approfondito parere legale che mette in luce le molteplici illegittimità del provvedimento del CDM del 20 gennaio scorso. È quanto FIdC, con la condivisione delle altre AAVV riconosciute, ha fornito alle Regioni in vista dell’incontro del 10 febbraio fra gli Assessori e i Ministri Martina e Galletti.
In attesa dell’incontro previsto fra gli Assessori competenti per la caccia delle Regioni Marche, Toscana, Umbria, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia e i Ministri Gianluca Galletti e Maurizio Martina in merito alle deliberazioni assunte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scorso 20 gennaio su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di modifica di alcuni calendari venatori regionali con introduzione della chiusura anticipata al 20 gennaio della caccia alla beccaccia, al tordo bottaccio e alla cesena, Federazione Italiana della Caccia, che ha espresso sin da subito il proprio appoggio alle Regioni interessate, non si è limitata alle parole, ma ha provveduto a dare loro un concreto supporto giuridico. Non solo sgomento, ma anche ferma determinazione di vedere rispettate le regole del rigore scientifico e giuridico che sempre debbono soprintendere all’esercizio dei poteri pubblici: è in questo spirito che su iniziativa della FIdC – alla quale si sono unite in un secondo tempo ANLC, Enalcaccia, ANUUMigratoristi e Arci Caccia – è stato così acquisito un corposo ed estremamente circostanziato parere legale dello Studio Morbidelli – Bruni di Firenze, che pone in evidenza le molteplici illegittimità che inficiano la straordinaria misura inopinatamente adottata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in via d’urgenza, a modifica di imperio di alcuni dei calendari venatori regionali, provvedendo a metterlo a disposizione delle Regioni interessate già dalla scorsa settimana.
Federazione Italiana della Caccia e con lei le altre Associazioni Venatorie aderenti auspicano che il documento, le cui argomentazioni appaiono oggettivamente condivisibili, sia di sostegno alle iniziative che le Regioni intenderanno adottare. È solo con il supporto di scienza e conoscenza, in questo caso giuridica, e non con proclami che parlano alla pancia dei cacciatori ma poco interessano i legislatori, che il mondo venatorio serio e credibile può pensare di vedere riconosciute e applicate le norme che in tutta Europa regolano l’esercizio venatorio nei Paesi dell’Unione, all’insegna della certezza e della inviolabilità del diritto.
Al di là del contenzioso contingente, al riconoscimento della validità di calendari venatori ormai passati, si vuole sottolineare che la posizione di Federcaccia è la ferma difesa di una questione di principio che dovrebbe essere rispettata anche nella stesura dei prossimi calendari venatori. Un principio che vede coinvolta l’autonomia propria delle Regioni in tutti i campi costituzionalmente previsti; il rispetto da parte dello Stato delle normative nazionali e internazionali vigenti, delle regole e delle linee di azione in campo faunistico ambientale stabilite da quell’Unione Europea cui il nostro Paese ha scelto liberamente di aderire.
( 10 febbraio 2015 )
Federazione Italiana della Caccia