Federcaccia Umbria critica le battute supplementari di caccia al cinghiale autorizzate dalla Provincia di Perugia nel mese di gennaio e minaccia lo sciopero dei cacciatori.
Abbiamo appreso con allarme la notizia, ahinoi ufficiale, della determina provinciale che autorizza le squadre di caccia al cinghiale, di tutta la provincia di Perugia, ad effettuare quattro ulteriori battute al suide durante il mese di gennaio, in particolare nei giorni 19, 20, 26 e 27. Il nostro allarme è giustificato dal fatto che l’amministrazione provinciale ha deciso di concedere le ulteriori quattro giornate a tutte le squadre dell’intero territorio, senza convocare né gli Ambiti territoriali di caccia (forse soltanto uno?) né, tantomeno, le associazioni venatorie, tutti soggetti con i quali, a livello regionale, erano stati concordati dei precisi piani di intervento.
Il fatto desta ancor più scalpore se si considera che prima di concedere le battute supplementari non sono stati incrociati i dati prodotti dalle squadre durante la stagione venatoria (dati che, da quanto ci risulta, hanno superato in molti distretti il piano di abbattimento), da sommare a quelli relativi agli abbattimenti effettuati negli istituti privati ed ambiti protetti con i piani di abbattimento previsti, tenendo in conto anche i danni alle colture registrati in quei territori.
Era stato concordato che alla fine della stagione venatoria si sarebbero dovuti verificare i risultati dei piani di abbattimento per la specie cinghiale e poi, sulla base dei riscontri, eventualmente autorizzare interventi integrativi nei soli distretti in cui il piano di abbattimento non fosse stato completato.
Invece, in maniera incomprensibile, in mancanza dei suddetti riscontri la Provincia ha autorizzato – lo ripetiamo, senza ascoltare né associazioni venatorie né Atc – quattro battute integrative sull’intero territorio provinciale, per di più in pieno periodo di immissione della selvaggina nobile stanziale, in special modo lepre. Il che, ovviamente, sarà motivo ulteriore di stress facilmente immaginabile per gli animali di fresca cattura e rilascio sul territorio libero: non ancora padroni del nuovo habitat, saranno disturbati per quattro volte dalle mute dei segugi.
Invitiamo la Provincia di Perugia a rivedere questo provvedimento, a convocare con urgenza Atc e associazioni per verificare il rispetto del piano – anche in correlazione ai danni alle colture subiti, e ad intervenire in maniera mirata soltanto laddove i piani non siano stati portati a termine o siano stati riscontrati ingenti danni alle colture.
Chiediamo inoltre che la Provincia coordini le battute in funzione delle operazioni di ripopolamento, bloccandole nei settori in cui si ritenga opportuno operare per poi riprenderle una volta concluse le battute al cinghiale. In altre parole, alla Provincia di Perugia chiediamo gestione. Quella che sta facendo ora non ci sembra affatto gestione, quanto una serie di iniziative personalistiche ed improvvisate.
Ad ogni modo, nel caso in cui la Provincia non dovesse recepire il nostro invito al dialogo, invitiamo tutti i cinghialari, iscritti alla Federcaccia e non solo, a rifiutarsi di prendere parte alle battute in quei territori ove le squadre, in maniera corretta, hanno completato il piano di abbattimento, e dove non siano stati riscontrati particolari problemi alle colture.
Franco Di Marco Alessandro Barbino
Presidente Federcaccia Umbra Presidente Federcaccia Provinciale Perugia
( 16 gennaio 2013 )