Federcaccia Umbria scrive a Regione e Province sollevando la questione della mobilità venatoria nella regione talvolta penalizzante per i cacciatori.
Mobilità venatoria, troppo svantaggiosi gli accordi attuali per i cacciatori umbri. Lo sostiene Federcaccia Umbra che, con una lettera a firma del presidente Di Marco indirizzata all’assessore regionale Cecchini, al presidente della Provincia di Perugia Guasticchi e all’assessore provinciale di Terni Beco, solleva il problema invitando le istituzioni ad “avviare, parallelamente alla discussione sul calendario venatorio 2012-2013, anche quella sugli accordi regionali e provinciali sulla mobilità venatoria”.
Federcaccia Umbria, infatti, ritiene “assolutamente importante e non rinviabile iniziare quanto prima il confronto con le Regioni confinanti e le rispettive Provincie, al fine di arrivare, ben prima dell’inizio dell’attività venatoria, ad accordi impostati su basi diverse da quelle degli ultimi anni in quanto, questi ultimi, sono stati via via sempre più penalizzanti per i cacciatori umbri”.
Come noto, con il passare delle stagioni le condizioni e i costi della mobilità per gli umbri sono andati via via crescendo, al punto da costringere molte doppiette a richiedere secondi ambiti o addirittura a spostare la propria residenza venatoria fuori regione.
Tutto ciò, scrive Federcaccia, “ha comportato, specialmente nell’ultima stagione venatoria, un aumento dei costi assolutamente ingiustificabile e non sostenibile, anche alla luce dell’attuale momento economico, ma soprattutto, se è ammissibile un costo maggiore per l’iscrizione ad Atc di altre regioni, non sono assolutamente giustificate le somme richieste se non dall’intento di scoraggiare proprio una qualsiasi forma di mobilità”.
Il tutto deriva dal fatto che l’Umbria è interessata in maniera marginale dai principali flussi migratori e, pertanto, nei cacciatori della nostra regione è da sempre tradizione lo spostarsi verso aree più favorevoli. Da qui la necessità di ricercare accordi migliori con le Regioni e le Provincie confinanti, visto che, ricorda il presidente di Federcaccia Umbra Di Marco, “il costo della mobilità in entrata sopportato dalla nostra regione è particolarmente pesante, visto che interessa specie stanziali ed il cinghiale”.
In attesa di conoscere le mosse e le decisioni delle istituzioni provinciali e regionale, la Federcaccia Umbria si sta già muovendo con i propri organismi delle regioni confinanti, “al fine di elaborare – conclude la lettera – proposte concrete come contributo alla risoluzione delle attuali problematiche”.
Federcaccia