Federcaccia Umbria denuncia la preoccupazione del mondo venatorio per l’evidente e problematica disomogeneità normativa tra i vari Comuni e rispettive Asl di competenza per quanto concerne canili e ricoveri per cani; urge l’impegno della Regione per una soluzione al problema.
In questi giorni gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, della Polizia Provinciale e altri pubblici ufficiali stanno effettuando controlli assidui sui canili e sui ricoveri per cani dei privati cittadini. Dalle informazioni in possesso di Federcaccia Umbra, tali controlli sembrano tesi ad accertare sia gli aspetti urbanistici che igienico-sanitari delle strutture dove vengono ospitati gli animali. Questo tipo di attività sta sollevando particolare preoccupazione nel mondo venatorio, in quanto è a tutti noto che i cacciatori – specialmente le squadre di caccia al cinghiale – detengono numerosi cani.
Una preoccupazione che coinvolge anche cercatori di tartufi, pastori e cittadini privati, e che è tanto più giustificata se si pensa che la normativa per una corretta detenzione dei cani è sovrabbondante sia a livello nazionale che regionale, e disomogenea da Comune a Comune e da Asl ad Asl.
Pertanto Federcaccia ha inteso farsi carico della preoccupazione dei cacciatori umbri, e di tutti gli altri cittadini che detengono cani all’interno di manufatti. A questo scopo ha organizzato un incontro, presso la sede di Federcaccia Perugia, con i rappresentanti delle squadre cinghialiste dell’intera regione. All’incontro, che è stato molto partecipato, hanno preso parte in via informale numerosi tecnici e geometri, che hanno confermato la confusione che regna in materia.
Il consigliere regionale Massimo Buconi, vicepresidente nazionale di Federcaccia, ha relazionato sui vari aspetti normativi – sia di natura urbanistica sia igienico-sanitaria sia, infine, sulle norme del benessere animale – ed ha anche informato i partecipanti sul fatto che la Regione Umbria ha costituito un gruppo di lavoro per mettere ordine tra i vari aspetti normativi e definire una norma complessiva chiara ed univoca, che possa dettare linee omogenee di applicazione delle leggi e dei regolamenti su tutto il territorio regionale.
Ovviamente il vicepresidente Buconi ha posto particolarmente l’attenzione sulla necessità di fare chiarezza normativa anche sulle corrette definizioni di “canile” o di “ricovero che ospita più di 10 cani”. Infatti, la dicitura generica di “canile” non è di per sé sufficiente a raccogliere tute le possibili casistiche in realtà presenti sul territorio.
Buconi ha altresì evidenziato l’esigenza di una uniforme applicazione della norma sul benessere animale con le norme urbanistiche, in quanto a seconda dei regolamenti comunali, non sempre le due normative sono applicabili.
Ai fini di un corretto ricovero degli animali, infatti, sarebbe opportuno avere una pavimentazione lavabile ed una copertura almeno parziale del box, ma non sempre i regolamenti edilizi consentono di realizzare questi manufatti. Da qui l’esigenza di dover meglio chiarire le norme.
Il problema può dirsi per certi versi analogo per quanto riguarda i ricoveri per i cavali, un altro di quei problemi emersi sul territorio in merito alla richiesta ed al rilascio delle autorizzazioni.
Perugia, 4 aprile 2012
Ufficio Stampa Federcaccia Umbra