Federcaccia Toscana invita ad un maggiore valorizzazione dell’intesa cacciatori, agricoltori e le altre componenti sociali per una migliore gestione e tutela del territorio.
La difficile convivenza tra le attività produttive e, sempre più spesso, la normale vita di paesi e città, con la fauna selvatica è tema che, da qualche tempo, tiene quotidianamente banco sulle pagine dei giornali.
Non più solo cinghiali e ungulati di vario genere, ma storni divenuti stanziali, piccioni e quant’altro. Nell’agenda che mette in fila le molte emergenze del Paese, anche questa finisce con il trovare un proprio posto, per i rischi indotti all’incolumità e alla salute dei cittadini e per l’incidenza sulle attività economiche nelle campagne.
“Tutto ciò riconduce al tema di una migliore gestione, un campo in cui i cacciatori possono dare un formidabile contributo: il patto con gli agricoltori, un rapporto troppo spesso vissuto in chiave conflittuale, ci può adesso consentire di dare maggiore forza al conseguimento di questo obiettivo” è questa la convinzione del presidente di Federcaccia Toscana Moreno Periccioli che, tornando sull’intesa raggiunta, richiama adesso la necessità di accelerare i tempi per rimettere in pista un processo riformatore anche sul piano nazionale.
“La piattaforma affronta i nodi centrali e soprattutto mette in fila questioni che attendono un diverso approccio complessivo” sostiene il presidente di Federcaccia Toscana, marcando l’importanza dell’impegno comune, come si legge nel documento sottoscritto, a “lavorare alla elaborazione di un testo di riforma della 157/92, ricercando le più ampie convergenze fra tutte le componenti sociali disponibili, da sottoporre alle forze politiche ed alle Istituzioni regionali della Toscana con la richiesta di promuovere intese con altre Regioni per arrivare alla presentazione, con la sottoscrizione di cinque Consigli Regionali, al Parlamento”.
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