Federcaccia Toscana risponde alle dichiarazioni di Arci Caccia in un botta e risposta tra le due associazioni venatorie partito proprio da un intervista al presidente di Federcaccia Toscana dei giorni scorsi.
“Per noi il rimpallo delle dichiarazioni con Arcicaccia, che non abbiamo iniziato, finisce qui” dice Moreno Periccioli, Presidente di Federcaccia Toscana, a proposito delle ultime comunicazioni dell’Arci (Dipanare il filo della matassa) diffuse nei giorni scorsi “perché la caccia ha bisogno di misurarsi con progetti e politiche concrete e di ricercare su di esse alleanze e convergenze, non di attardarsi in dibattiti autoreferenziali che non portano da nessuna parte.
Nel merito non ho niente da aggiungere rispetto all’intervista del 18 novembre, se non che io non penso, come sembra invece l’Arcicaccia, che in Toscana i cacciatori abbiano raccolto risultati che -assomigliano ad un cumulo di macerie-: tanti sono gli obbiettivi che ci poniamo e certo non ci diremo soddisfatti finché non li avremo raggiunti, tuttavia a me pare che nella nostra regione, negli anni, siamo stati capaci di fare un buon lavoro che pur fra mille difficoltà, in gran parte dovute ai ritardi ed alle inadempienze della politica nazionale, ha costruito le basi per ulteriori progressi. E questo lavoro l’abbiamo fatto insieme a tutte le Associazioni Venatorie.
La nuova legge, i regolamenti, ora il Piano faunistico in via di definizione ne sono esempio, ma lo è anche la conferma del calendario venatorio che mantiene i tempi di caccia dalla preapertura al 31 gennaio: per Federcaccia Toscana tempi e specie di caccia, sempre declinati sulla scorta delle conoscenze tecniche e scientifiche e mai disgiunti dall’impegno primario nella tutela e gestione dell’ambiente, sono questioni importanti e non sono derubricabili.
Abbiamo la consapevolezza che essere la più numerosa e rappresentativa delle Associazioni Venatorie ci consegna l’obbligo, oltre che della determinazione, della pazienza e della costanza.
Applichiamo questo dovere nel lavoro quotidiano che facciamo nell’interesse generale e nella ferma ed intransigente tutela dei diritti dei cacciatori, per conquistare i risultati che ci consentano di sviluppare, in Toscana e dalla Toscana, una caccia moderna, mirata sulla gestione, di soddisfazione per i cacciatori ed utile all’ambiente ed alla biodiversità.
Questa è la nostra ambizione, l’obbiettivo che ci siamo posti e che perseguiamo con le nostre proposte (le stesse che nell’iniziativa del Baglioni del 2010 avevano raccolto consensi diffusi, compreso quello di Arcicaccia che assieme a noi e ad Italcaccia fu promotrice dell’iniziativa), una piattaforma che guarda alla società ed è aperta a tutti i contributi ma nella quale ai cacciatori è riconosciuta piena cittadinanza per i diritti oltre che per i doveri.
Se Arcicaccia pensa che, di fronte a questi scenari e a queste sfide per la caccia in Toscana, sia più utile soffermarsi sui sofismi di un nuovo -modello culturale- o -nella ricerca di “un altro racconto della caccia”-, è scelta libera che io non commento.
Noi lavoriamo, sodo, tutti i giorni, e cerchiamo di ottenere risultati; se, come auspichiamo, si vuol farlo insieme, la porta è sempre aperta.”
Fonte: Federcaccia Toscana