Federcaccia Toscana critica le associazioni ambientaliste contrarie alla nomina del Sindaco di Stia, Luca Santini, quale presidente del Parco del Casentino, “reo” di aver guidato l’URCA.
Compie venti anni il Parco delle Foreste Casentinesi, ma l’aver abbondantemente compiuto la maggiore età sembra non esentarlo dalle incertezze e difficoltà che ne hanno punteggiato la storia: un commissariamento durato a lungo, poi anni senza un direttore e, adesso, la levata di scudi di parte del mondo ambientalista per l’ipotesi di nominare alla presidenza Luca Santini, un uomo delle istituzioni, eletto sindaco con uno straordinario consenso (70,4%) alla guida del suo comune, Stia in quel di Arezzo.
Santini sarebbe “colpevole”, secondo questi “ambientalisti”, di aver guidato una Associazione, l’URCA (Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino), che ha fatto della gestione e della caccia responsabile la sua ragion d’essere.
Comprensibile lo sconcerto del diretto interessato: “Che lo svolgere un’attività venatoria del tutto legale – ha commentato Santini – possa divenire una discriminante ed una pecca così grave da non poter accedere ad un incarico pubblico all’interno di un’area protetta lascio giudicare agli altri, tanto mi sembra un’assurdità ed una forzatura”. Santini ha espresso soddisfazione per la designazione ma anche preoccupazione per l’ipotesi di un nuovo commissariamento qualora si fornisse sponda alle proteste ed ha rilanciato sul programma e sulle cose da fare, con la proposta di un piano di rivitalizzazione che “coinvolga tutti, amministratori e cittadini, all’interno di una vera politica per l’ambiente”.
Il sonno della ragione, si sa, genera mostri e così può accadere che alcune frange di “ambientalisti”, resi ciechi dal pregiudizio ideologico, incuranti di programmi, curricula e credibilità personale dei candidati, antepongano i soliti interessi di bottega ad un confronto serio sulle cose da fare.
Ha un bel da fare Santini a ricordare gli anni alla guida dell’Urca come un’esperienza segnata proprio da studi condotti con prestigiose personalità del mondo accademico, proposte e iniziative per una gestione sana ed equilibrata del territorio, di tutto il territorio e non solo delle aree protette: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire preferendo nascondersi dietro i vieti luoghi comuni del cacciatore = predone.
“L’auspicio – manda a dire Federcaccia Toscana – è che questa nomina venga sottratta a logiche corporative e alle irrazionali proteste di questi giorni e che anzi sia questa l’occasione per riconsiderare le linee che hanno sin qui presieduto ad una “non sempre brillante” gestione delle aree protette”.
17 gennaio 2013
Federcaccia