L’ufficio stampa delle sezioni regionali di Umbria e Lazio della Federcaccia ha pubblicato una nota per conto delle federazioni dell’Italia Centrale. Dopo aver preso atto che un confronto deve esserci sempre per una buona crescita culturale, l’associazione venatoria ha sottolineato che l’odio e il preconcetto nei confronti di cittadini onesti e incensurati richiede una pronta risposta. Non è stata digerita la presa di posizione dell’ENPA, l’ente animalista che ha chiesto addirittura al Ministro degli Interni, Angelino Alfano, di chiudere la caccia in Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo dopo le ultime scosse di terremoto.
Questo comportamento è stato definito senza mezzi termini uno “sciacallaggio anticaccia”. Le motivazioni dell’ENPA sono apparse subito poco convincenti, in particolare l’intralcio alla viabilità da parte delle auto dei cacciatori e i soccorritori che sarebbero in pericolo in quanto bersaglio dei fucili. Secondo la Federcaccia, dunque, ogni scusa è buona per chiudere la caccia, un’attività legale, sana, all’aria aperta e in grado di tenere sotto controllo il territorio.
Il comunicato è stato reso pubblico per spiegare all’ENPA che gran parte dei territori colpiti dal sisma fanno parte di aree protette e già precluse all’attività venatoria, senza dimenticare che nelle comunità terremotate c’è almeno un cacciatore in ogni famiglia e vietargli la sua passione sarebbe un’ulteriore beffa. La caccia porta con sè anche un indotto economico importante per bar, ristoranti e distributori. Il riferimento ai soccorritori bersaglio dei fucili, infine, ha spinto l’associazione a valutare una class action nei confronti dell’ENPA, visto che l’insinuazione è ritenuta ridicola e diffamante.