Federcaccia sul nuovo Calendario Venatorio del Piemonte, “la Regione vuole male alla caccia?”, “Due indizi…fanno prova?”.
Sosteneva Agatha Christie, la più tradotta scrittrice inglese di sempre e giallista di rango mondiale, che…un indizio è un indizio, due una coincidenza, tre una prova. E allora pensando a quanto accaduto negli ultimi nove mesi sorge spontaneo un quesito: ma la Regione Piemonte vuole male alla caccia? Forse che all’Assessore…interessi poco dell’attività venatoria? Perché qui, cari amici, gli indizi ci sono tutti, anche se per adesso solo due, ma belli grandi! Il primo è di luglio 2014, quando ad una richiesta scritta delle Associazioni Ambientaliste e Animaliste corrispose una risposta positiva dell’Assessore Ferrero, insediato da nemmeno due settimane ma già capace d’assecondarli puntualmente e lestamente, quasi fosse un arbitro che assegni un rigore fischiando a richiesta, smentito da assistenti e moviola! E così i cacciatori alpini piemontesi, per la prima volta da decenni, dovettero rinunciare a cacciare la pernice bianca, nonostante dati scientifici a legittimarlo e censimenti effettuati secondo regole ferree e le “Linee Guida” stabilite dalla stessa Regione Piemonte.
Un pò come se l’arbitro ordinasse ad una squadra di fermare il gioco, e poi le fischiasse contro un fallo perché qualcuno dei suoi giocatori ha toccato il pallone con le mani. Da meno non furono quegli altri amministratori regionali, loro colleghi e potremmo dire…della stessa associazione arbitri, che un paio di mesi dopo, vollero dare dimostrazione di piena acquiescenza ad una maggioranza definita…a spiccata sensibilità ambientalista!
Fu Pro Natura a scrivergli, invocando la cancellazione d’un diritto sacrosanto dei cacciatori: la possibilità di compiere percorsi fuoristrada con mezzi motorizzati nei giorni di prelievo, e per l’espletamento dell’attività venatoria. E’ discriminante verso altri appassionati, scrissero i loro referenti, siano essi cercatori di funghi, escursionisti, arrampicatori, e così venne abrogata la norma che consentiva loro il transito, pur se i cacciatori per esercitare la loro passione pagano fior di tasse e balzelli assortiti. Altro rigore, anzi questa volta pure un pesante fallo d’espulsione fischiato ad inizio partita su richiesta d’una parte, ma senza il minimo confronto con i componenti della terna arbitrale o la squadra avversaria.
Gli indizi a questo punto sono due, eclatanti e convincenti, ma, come ci direbbe Agatha Christie, potrebbe pur sempre trattarsi d’una semplice coincidenza. Noi non lo sappiamo, ma siamo sicuri che i nostri arbitri/governanti sapranno presto colmare questa lacuna, consegnandoci un nuovo pesante indizio. L’occasione non mancherà di certo, e già qualcosa l’abbiamo visto con il calendario venatorio recentemente approvato; il peggio però potrebbe ancor venire, perché sul tavolo c’è da affrontare il nodo della nuova legge regionale, e sappiamo anche come germoglieranno altre brillanti intuizioni nel mondo animal/ambientalista. Come si diceva un tempo…non c’è il due senza il tre. Ad ogni buon conto le prove acquisite vanno mostrate e dimostrate, e dunque troverete allegate le due lettere, quasi fossero la tanto agognata…pistola fumante che risolve il giallo!
p.s. Stavamo inoltrando la nostra comunicazione quando è giunta l’ultima lettera, nuovamente da Pro Natura e sempre all’Assessore Ferrero.
Alleghiamo anche quella: chissà non sia questo il terzo indizio che aspettavamo…
Lettera delle associazioni animaliste all’Assessore Ferrero:
Torino, 4 luglio 2014
Dott. Giorgio Ferrero
Assessore alla Caccia della Regione Piemonte
Egr. dott. Ferrero,
come d’intesa, provvediamo a formalizzare gli esiti emersi durante l’incontro dello scorso 2 luglio, con particolare riferimento alle richieste presentate dalle Associazioni ambientaliste ed animaliste presenti, in proprio o per delega, alla riunione (Pro Natura, LAC, WWF, LIPU, LAV, CAI-TAM). In primo luogo è emersa la necessità di creare una discontinuità rispetto alla passata legislatura, nel corso della quale i rapporti tra l’Assessore alla Caccia e le Associazioni sono sempre stati conflittuali ed improntati ad una totale mancanza di confronto e dialogo. A tale scopo si richiede l’istituzione di un tavolo di confronto, nel quale, con scadenza regolare, affrontare le problematiche inerenti la politica venatoria nella nostra Regione. Tra i primi temi sui quali sarà certamente necessario impostare un confronto vi sono il Piano Faunistico Venatorio Regionale e l’auspicata nuova legge regionale sull’attività venatoria.
Il PFVR è stato infatti già adottato dalla precedente Giunta Regionale, ma non ancora approvato dal Consiglio Regionale. Si ritiene tuttavia necessaria una profonda revisione del documento, che è stato redatto in pochi giorni all’unico scopo di consentire l’attività venatoria nella passata stagione, dopo che il TAR (a seguito di un ricorso presentato da Pro Natura e LAC) aveva sospeso una prima stesura del calendario venatorio, proprio perché redatto in assenza di adeguati strumenti pianificatori. Il Piano presenta però numerosi aspetti inaccettabili, non ultimo il fatto che è basato su documentazione molto datata e non tiene in debita considerazione le modificazioni ambientali che si sono verificate in questi ultimi anni. La Regione dovrà poi dotarsi di una nuova legge, dopo che quella precedente è stata abrogata nel 2012 all’unico e dichiarato scopo di impedire lo svolgimento del referendum regionale, legittimamente richiesto nel lontano 1987, ma mai effettuato. La nuova legge dovrà tenere in debito conto le istanze referendarie: in caso contrario sarebbe automatica la riproposizione della consultazione popolare.
Le Associazioni chiedono infine un immediato segnale di discontinuità rispetto alla politica filo-venatoria palesemente adottata dalla precedente Giunta. Un’iniziativa di grande valore simbolico, oltre che naturalistico, potrebbe essere l’immediata eliminazione dall’elenco delle specie cacciabili di quelle la cui consistenza numerica e le dinamiche di popolazione dimostrano una situazione di grande difficoltà, riconosciuta anche a livello internazionale. L’Unione Europea ha infatti classificato, in base alla situazione delle popolazioni, le specie di uccelli nelle seguenti categorie:
· SPEC 1: specie presente in Europa e ritenuta di interesse conservazionistico globale, in quanto classificata come gravemente minacciata, minacciata, vulnerabile prossima allo stato di minaccia o insufficientemente conosciuta secondo i criteri della Lista Rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura);
· SPEC 2: specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione sfavorevole;
· SPEC 3: specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole;
In Piemonte sono cacciabili due specie SPEC 2 (pernice rossa e coturnice) e 7 specie SPEC 3 (fagiano di monte, starna, beccaccino, quaglia, beccaccia, tortora, allodola, cui bisogna aggiungere la pernice bianca, la quale, sebbene classificata come NONSPEC, presenta problemi relativi alla sottospecie helveticus (quella presente nel nostro Paese), che, secondo l’ISPRA “mostra un evidente declino in numerose province italiane ed è pertanto da considerarsi, nel nostro Paese, vulnerabile”).
Si ritiene che, anche sulla base del fatto che nessuna di tali specie crea alcun problema di tipo economico od ambientale, il prelievo venatorio nei loro confronti potrebbe essere sospeso senza creare problemi di sorta. In particolare, si ritiene che le specie appartenenti alla tipica fauna alpina (pernice bianca, coturnice, fagiano di monte, cui è necessario aggiungere anche la lepre variabile, sulla cui consistenza non esistono dati nemmeno approssimativi) debbano necessariamente essere protette in modo totale, pena il rischio di scomparsa, quanto meno a livello locale.
Segnaliamo anche la necessità che la Regione Piemonte dia quanto prima attuazione a quanto previsto dall’articolo 1, comma 5, della L. 157/1992 e dall’art. 8 dell’abrogata L.R. 70/1996: “Le regioni e le province autonome entro quattro mesi dall’entrata in vigore della presente legge provvedono ad istituire, lungo le rotte di migrazione dell’avifauna segnalate dall’ISPRA, zone di protezione finalizzate al mantenimento ed al miglioramento degli habitat compresi in tali zone e ad esse limitrofi; provvedono altresì al ripristino dei biotopi distrutti a causa dell’attività antropica”.
Confidando nell’accoglimento delle nostre richieste, ci è gradita l’occasione per porgere i nostri migliori saluti.
Per le Associazioni Pro Natura – LAC – WWF – LIPU – LAV – CAI-TAM
(Piero Belletti) Pro Natura Piemonte
Al Presidente della Giunta della Regione Piemonte
Ai Consiglieri Regionali della Regione Piemonte
LORO SEDI
Oggetto: Circolazione su percorsi fuoristrada dei mezzi motorizzati dei soggetti autorizzati all’attività venatoria.
Nel 2010 la Giunta Regionale presieduta da Roberto Cota aveva approvato, su iniziativa del Consigliere Gian Luca Vignale (notoriamente vicino alle posizioni del mondo venatorio), nell’ambito della Legge 18 del 3 agosto 2010 (Assestamento al bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010 e disposizioni finanziarie), l’articolo 17, il quale modificava parte della Legge Regionale 32/1982 (Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale).
In particolare, la nuova versione dell’art. 11 della citata L.R. 32 estende la deroga al divieto di circolazione su percorsi fuoristrada ai “… mezzi motorizzati dei soggetti autorizzati all’attività venatoria che espongono copia del tesserino regionale in corso di validità…”
Riteniamo questa norma non solo pericolosa ai fini delle primarie esigenze di tutela ambientale, ma anche altamente ingiusta e discriminante: perché infatti non prevedere lo stesso per coloro che esercitano altre attività del tempo libero, quali escursionismo, ricerca di funghi, arrampicata sportiva, ecc.? Non si vede inoltre la ragione per cui i cacciatori debbano essere favoriti nell’esercizio della loro attività. Una delle argomentazioni che più spesso vengono fornite per giustificare la pratica venatoria è proprio il piacere del contatto con la natura e del vagare liberamente in boschi ed altri ambienti naturali…
Chiediamo quindi ai Consiglieri Regionali di farsi promotori di un’iniziativa legislativa affinché tale norma venga quanto prima cancellata dall’ordinamento regionale. Anche se ci risulta l’intenzione da parte della Regione di provvedere ad una totale revisione della L.R. 32/1982, riteniamo che questa anticipazione sia assolutamente necessaria e non prorogabile, anche alla luce dell’imminente inizio della stagione venatoria.
Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti ed eventuali incontri in cui approfondire la problematica.
Ringraziamo per l’attenzione di cui questa nostra sarà oggetto e cogliamo l’occasione per porgere i nostri migliori saluti.
Il referente Flora e Fauna (dott. Piero Belletti)
Il Presidente (dott. Mario Cavargna)
( 22 aprile 2015 )
Federcaccia