Ha chiesto espressamente alla Provincia, di prevedere che i monitoraggi e i conseguenti piani di prelievo comprendano l’intero territorio provinciale. Ha altresì evidenziato l’ambiguità dei deliberati regionali in materia, i quali hanno previsto stanziamenti da destinarsi solo per i monitoraggi nelle dette aree autogestite. La Federcaccia ha sottolineato la necessità di attivarsi quanto prima al fine di scongiurare la denegata ipotesi che possano essere messi nelle condizioni di andare a caccia alla nobile stanziale, solo i cacciatori facenti parte delle zone autogestite, creando una abominevole disparità di trattamento tra gli stessi cacciatori e coloro che non sono iscritti alle dette zone.
La Provincia, si è detta convinta che, l’attività di monitoraggio posta in essere nelle zone autogestite e anche nelle oasi porterà ad ottenere i dati necessari per predisporre un piano di prelievo che riguardi l’intero territorio regionale. In ogni caso, al fine verificare se ciò corrisponde a quanto auspicato sia dalla Provincia che dalla Federcaccia, nelle prossime ore scriverà una comunicazione alla Regione e all’Università al fine di avere certezza che il territorio oggetto di monitoraggio e i risultati conseguenti saranno potenzialmente sufficienti alla predisposizione, secondo legge, del piano di prelievo in tutto il territorio regionale. La Federcaccia ha inoltre chiesto che si proceda quanto prima alla costituzione del Comitato Provinciale Faunistico. Anche in tal senso la Provincia ha preso impegno.