La giornata odierna, 20 gennaio 2016, è l’ultima del calendario venatorio per sette regioni italiane (Toscana, Umbria, Marche, Liguria, Calabria, Puglia e Lombardia), come previsto dalla recente delibera del Consiglio dei Ministri che ha anticipato il termine di undici giorni. La decisione ha fatto arrabbiare inevitabilmente Federcaccia e proprio oggi la sezione provinciale di Pistoia ha deciso di compilare un documento per far conoscere la propria posizione in merito. Il provvedimento del Governo Renzi riguarda la caccia al tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia. Secondo FIDC Pistoia, l’esecutivo è cascato nuovamente nell’errore commesso nel gennaio del 2015, quando la stagione venne chiusa in anticipo, una situazione che si è ripresentata a distanza di un anno.
Come viene precisato nel comunicato, lo scorso 15 gennaio il Ministero dell’Ambiente (e quindi tutto il Governo) è intervenuto con un atto di prevaricazione inqualificabile, decidendo la chiusura anticipata della caccia alla data del 20 gennaio per le tre specie citate sopra. Secondo la sezione provinciale della Federazione, Gian Luca Galletti, titolare del dicastero, non deve barricarsi dietro la scusa di aver rispettato una imposizione della Comunità Europea (secondo la delibera si è evitato un peggioramento della situazione italiana per quel che riguarda le infrazioni comunitarie).
Nella nota si sottolinea come Bruxelles non abbia mai chiesto questa chiusura anticipata, anche perché in altri stati membri la chiusura della stagione venatoria è fissata dopo la metà del mese di febbraio. Il Governo si sarebbe quindi piegato alle emozioni di parte e avrebbe trascurato tutti i pareri scientifici a disposizione che dimostrano il contrario. L’atto viene definito “di una gravità e un’arroganza unica”: Federcaccia Pistoia è convinta del fatto che in questo modo siano stati puniti i cacciatori italiani e calpestati i diritti istituzionali delle regioni che si sono opposte al provvedimento.
Le stesse regioni sono state esautorate con un atto d’imperio. L’associazione ha ricordato tutte le azioni intraprese e previste dalla legge per ottenere la tutela dei diritti: si tratta dei ricorsi che sono stati inoltrati alle opportune sedi giudiziarie. Il documento si conclude con un riferimento a un paese vicino, la Francia. I cacciatori transalpini sono stati ricevuti infatti in grande stile dal Presidente della Repubblica François Hollande, il quale ha riconosciuto alla categoria un ruolo importantissimo per quel che riguarda la difesa dell’ambiente e della biodiversità. L’invito al Governo Renzi, quindi, è quello di guardarsi attorno e di imparare con maggiore umiltà dalle nazioni che tutelano realmente i propri cittadini.