Federcaccia Piemonte sui risarcimenti agli agricoltori, “Al contadino non far sapere…” e purtroppo stavolta non si parla di formaggio e pere.
Cosa… non dovrebbe sapere il contadino? Quale la notizia celata in un comunicato stampa della Regione, apparso in questi giorni su Piemonte Informa? Forse che il mondo agricolo riceverà un aiuto imprevisto, malgrado le esauste casse della Regione? O che nuovi fondi sono in arrivo dall’Europa? No, purtroppo nulla di tutto questo, semplicemente che i tanto attesi rimborsi per danni arrecati alle colture da fauna selvatica, tarderanno ad arrivare.
A pagare, come stabilisce la legge 157/92, tecnicamente devono essere ATC e CA, cui la Regione spetta preventivamente trasferire i fondi per ristorare gli agricoltori danneggiati dalle scorribande di cinghiali e caprioli, roditori o di uccelli come cornacchie e gazze definiti “opportunisti”, da quando si è scoperto di non poterli più chiamare… nocivi!
Dovrebbe pagare puntuale, ma non lo fa, perché da Torino i quattrini partono sempre con molta fatica, e negli ultimi tempi anche raramente, sebbene questi…eurini, destinati ai danneggiati, la Regione li abbia già incassati ben prima attraverso tasse e balzelli cui sono soggetti gli oltre 25.000 cacciatori piemontesi! ATC e CA, pure quelli finanziariamente sostenuti dai… terribili cacciatori, hanno l’incombenza di anticipare il 10% del danno accertato e periziato, utilizzando per farlo le loro risorse economiche.
Questo accade dal 2007, deciso dall’allora assessore alla caccia (Dgr. n. 115-6742, 03/08/07), con colpo di mano simile a quelli con cui un governo impone, chissà perché spesso… nottetempo, nuove tasse o aumenti delle accise sulla benzina. Non bastasse ciò, vi sarebbe ora la pretesa che siano gli ambiti ad anticipare tutte le somme spettanti al mondo agricolo, e non solo più il 10%, rimanendo gli stessi creditori di ingenti somme per fondi istituzionali.
Tutto ciò appare quanto mai azzardato, se non addirittura pretestuoso, giacché ATC e CA non sono onlus alimentate con versamenti volontari di sconosciuti benefattori, bensì organismi nati per operare sul territorio non solo per la prevenzione danni e i miglioramenti, ma pure per gestire l’attività venatoria che, ricordiamolo sempre, è lecita nonché perfettamente consentita da leggi dello Stato Italiano. Entriamo ora nel dettaglio del comunicato stampa: Giorgio Ferrero, Assessore ad Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte, ha dichiarato d’aver disposto un trasferimento di 1,86 ml di euro per i danni relativi al 2014, mentre per gli anni precedenti, continua la nota dell’amministratore astigiano, si starebbe ancora lavorando; con l’ottimismo della Regione, sostiene Lui, con il pessimismo degli addetti ai lavori aggiungiamo noi. Quei soldi, infatti, nemmeno basteranno per i danni di quell’anno, figuriamoci per sanare il passato, mancando all’appello ancora diversi milioni d’euro; denaro spettante ai contadini e che, in un momento di crisi come l’attuale, sarebbe certo meglio utilizzato da loro piuttosto che lasciato in mani pubbliche.
Sappiano comunque gli amici agricoltori, siano essi grandi imprese piuttosto che piccoli nuclei famigliari o singole persone, che la Regione di soldi tutti gli anni ne stanzia parecchi per molte finalità e talvolta, riteniamo noi, anche malamente, ma che le continue restrizioni operate a danno dei cacciatori certo provocheranno l’inevitabile diminuzione del loro numero, con conseguente proliferare di fauna selvatica e aumento di danni agricoli, nonché la riduzione degli incassi a beneficio delle pur bisognose casse regionali. Il mondo della caccia per tutto questo nulla può fare, salvo affiancare come sempre gli agricoltori, cui ci lega antica amicizia e spirito di collaborazione. Lasciamo da parte… formaggio e pere, e completiamo allora il titolo: “Al contadino non far sapere… perché quei soldi non riesce ad ottenere!”
Ufficio Stampa Federcaccia Piemonte
( 2 maggio 2015 )