La sezione regionale del Piemonte della Federazione Italiana della Caccia, Enalcaccia e l’Ente Produttori Selvaggina hanno presentato un ricorso contro il calendario venatorio 2017-2018. Il documento presentato dalla giunta regionale non convince le associazioni venatorie, in particolare il contenuto che sarebbe discriminante nei confronti dei cacciatori piemontesi.
Questi ultimi non vogliono affrontare una nuova stagione penalizzante in confronto alle altre regioni italiane: gli aspetti che hanno convinto le sigle venatorie a ricorrere contro il calendario sono le specie cacciabili, i carnieri e le date di apertura e chiusura. Bruno Morena, numero uno di FIDC Piemonte ha parlato di un “atto dovuto” e di cacciatori che meritano rispetto, anche perché sono tre anni di fila che bisogna ricorrere al TAR. I giudici amministrativi hanno puntualmente dato ragione alle associazioni, nonostante questo Morena crede ancora nel dialogo con l’assessore Ferrero.
Secondo Federcaccia Piemonte, la Regione appare sempre più impegnata a imporre le proprie volontà, dimenticando come la caccia piemontese “non costi un euro di denari pubblici ai contribuenti, essendo pagata e sostenuta integralmente dai cacciatori”. Il Tribunale si dovrà esprimere prima dell’inizio della stagione (quarta domenica di settembre). Intanto, gli stessi giudici diranno la loro su pernice bianca, allodola, lepre variabile e altre 12 specie tra anatidi e migratori il prossimo 14 giugno.