FIDC: Veneto, intervista al Pres. Flavio Tosi.
Proseguiamo con le interviste ai Presidenti regionali della nostra Federazione. Questa volta abbiamo sentito Flavio Tosi Nato a Verona il 18 Giugno 1969, ricopre dal maggio del 2007 l’incarico di sindaco della città scaligera e dal 2009 quello di presidente regionale della Federazione italiana della caccia. Un doppio incarico per molti – diciamo pure la quasi totalità – dei nostri politici e amministratori impossibile da ricoprire per non inimicarsi l’elettorato e che lui invece rivendica con orgoglio: “Sono grato alla Federazione che mi ha invitato a ricoprire questo incarico perché ritengo che sia doveroso quando si coltiva una passione metterci la faccia e impegnarsi pubblicamente.
La caccia l’ho seguita molto da consigliere regionale perché quando sono stato eletto nel 2000 sono andato subito in 4a commissione e ho seguito tutti i lavori legati al piano faunistico regionale. L’esperienza come dirigente Federcaccia poi, mi ha avvicinato ulteriormente a questo mondo e mi ha consentito di continuare ancora con più forza questo impegno nei confronti di una passione che è anche una tradizione fortemente legata al nostro territorio e che è una manifestazione di una parte sana della società. La caccia merita questo genere di attenzioni”.
Eppure tra i politici non tutti la pensano così… Lei recentemente è balzato agli onori delle cronache proprio per una battuta sull’interesse per la caccia del ministro del Turismo… “Quella era una battuta, appunto. E anche presentata dai giornali in un certo modo. Ma battute a parte la sostanza rimane. L’invito, che non solo i cacciatori, ma tutti i cittadini rivolgono all’on. Brambilla è quello di occuparsi delle sue deleghe e non di cose che ha dimostrato più volte di non conoscere.
Il suo è un animalismo di maniera, militante. Inconcepibile per un ministro del turismo, ancor più del suo schieramento politico. Per tacere del fatto che le sue proposte sulla caccia sono spesso assolutamente incomprensibili. E parlando di proposte, serie, di riforma invece?
“Una riforma della 157 è auspicabile, anche se sappiamo tutti che col clima che si è creato sia in parlamento che al Governo, dove anche il ministro dell’ambiente non ci è particolarmente vicino, sarà molto difficile.
Certo che una proposta che delegasse il più possibile la materia alle regioni la si potrebbe anche far passare. E lo dico da politico e da sindaco, oltre che come dirigente venatorio. Certo che la Regione poi deve essere pronta a collaborare con le Province e con gli Ambiti per programmare e gestire. Un compito che per essere svolto bene necessita assolutamente una vicinanza al territorio e ai cacciatori.Un modo di porsi che a mio giudizio la nostra regione sta avendo e i risultati si vedono”.
Federcaccia si sta impegnando molto nel campo del miglioramento degli attuali livelli di conoscenza scientifica dei selvatici, cacciabili e non. Come vede questo sforzo?
“Vedo in maniera molto positiva, in tutti i miei ruoli, la creazione di questi uffici tecnico scientifici che si occupano di stanziale e migratoria da parte della Federazione.
Ritengo che costituiscano il futuro della caccia, sia perché trovo giusto ci siano dati scientifici certi alla base delle decisioni che vengono prese in materia di caccia, sia per confutare le bugie sui numeri che vengono forniti dal mondo anticaccia. Non è possibile attribuire il calo di certe specie ai cacciatori. O si è ignoranti, nel senso che si ignorano, appunto, i fatti, o si è in malafede”.
Fonte: Federcaccia