La Federazione Italiana della Caccia ha parlato dei dati diffusi negli ultimi giorni da due associazioni ambientaliste come LIPU e WWF sul bracconaggio in Italia e nei paesi del Mediterraneo. Secondo la stessa LIPU, nel nostro paese gli uccelli abbattuti o catturati in maniera illegale ogni anno sarebbero compresi tra 3,4 e 7,8 milioni. Le stime si riferiscono comunque al biennio 2014-2015 e il Belpaese sarebbe in compagnia di nazioni come Malta, Egitto, Libano e Cipro. In poche parole gli ambientalisti credono a una situazione fuori controllo per quel che riguarda il contrasto del fenomeno.
Quest’ultimo non va sottovalutato, ma Federcaccia ha voluto fare chiarezza. Anzitutto non si tratta di veri e propri dati, ma di una stima preliminare che si basa sull’opinione degli ornitologi. La qualità delle informazioni, poi, è stata definita fin troppo “variabile” dall’associazione venatoria. Le specie considerate in pericolo sono il passero, il fringuello, il tordo bottaccio, la pispola, il pettirosso e lo storno, ma le cifre sono inverosimili. Parlare di 2-3 milioni di fringuelli abbattuti illegalmente ogni anno, infatti, è un’esagerazione. Come stanno realmente le cose?
FIDC ha ricordato il piano di azione per contrastare queste uccisioni illegali che l’Italia ha adottato da oltre un anno. Il fenomeno del bracconaggio, comunque, rimane difficilmente valutabile, anche se le associazioni venatorie sono le prime a chiedere un aumento della vigilanza per evitare episodi spiacevoli. Le campagne allarmistiche degli ambientalisti non aiutano e l’unico obiettivo sembra essere quello di prendersela più contro i cacciatori che con i bracconieri. L’auspicio dell’associazione è che si prosegua lungo la strada del confronto e delle proposte concrete.