Come è noto il Tar Marche ha sospeso nei giorni scorsi con Decreto cautelare monocratico la caccia a tutte le specie di cui la Regione aveva deliberato il prelievo nei giorni della cosiddetta “preapertura”, che a differenza di quanto vorrebbero far credere alcuni esponenti delle associazioni anticaccia non è – bene specificarlo – una forzatura o un illecito “regalo” fatto al mondo venatorio, ma un preciso strumento previsto e regolato dalla normativa. Ancora una volta, nella nostra come in altre regioni, associazioni anticaccia e animaliste con un uso distorto, pretestuoso e assolutamente strumentale dei ricorsi amministrativi, mirano e purtroppo spesso riescono ad arrecare disturbo allo svolgimento di una attività non solo legittima e consentita, ma che in tutto il mondo, tranne che nel nostro sempre più strano Paese, è riconosciuta basilare per la gestione e la conservazione dell’ambiente, delle specie animali e della biodiversità, fonte di consistenti entrate economiche per lo Stato e volano dell’economia dei territori.
Non conta per Wwf Italia, Lipu, Lav, Lac ed Enpa, solo per citare le sigle che hanno fatto ricorso al giudice amministrativo di Ancona, che i loro argomenti siano realmente fondati o meno. Fidando sui tempi della nostra giustizia e sul favore ideologico riscosso in certi ambienti, si accontentano e considerano un successo far perdere anche pochi giorni di caccia. Nessuna violazione delle leggi italiane, nessun aggiramento delle norme europee, nessun pericolo per lo stato di salute delle popolazioni delle specie interessate derivava dal calendario venatorio regolarmente e legittimamente deliberato dall’Assemblea marchigiana. Ma questo, gli invasati talebani dell’animalismo non riescono democraticamente ad accettarlo. Ma se sperano di piegarci a colpi di ricorsi e manfrine sarà meglio che rivedano i loro programmi. Noi lotteremo sempre!
A differenza di loro lo faremo con la forza della ragione, della scienza e della conoscenza, che vanno a sostenere passione, storia, tradizioni e valori che non possono essere messi in discussione da nessuna ideologia o visione parziale del mondo. Di tutto questo abbiamo dato ampia prova con l’assemblea pubblica che si è svolta questo mercoledì a Fano: nonostante le avversità atmosferiche quasi un migliaio di cacciatori hanno voluto essere presenti a questo momento di grande mobilitazione. Composti, educati, sereni ma fermi, come da sempre la nostra natura ci contraddistingue, contrapponendoci alle grida, agli isterismi, alla mancanza di rispetto per la legalità e la libertà di pensiero altrui cui invece la controparte dà da sempre ampia prova, sono sicuro che anche in questa occasione abbiamo dimostrato al presidente della giunta regionale Ceriscioli, alla società e a loro quanto vale Federcaccia e il mondo venatorio.
Nel corso di quella assemblea l’assessore Pieroni aveva annunciato la convocazione della giunta regionale per approvare una nuova delibera che consentisse la preapertura della caccia e il suo regolare svolgimento già da domani, domenica 1° settembre. Questo è quanto è stato fatto: nei giorni 1-4-8-11 settembre è consentito il prelievo delle seguenti specie cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, colombaccio dalle ore 5,30 alle 12,00 e dalle ore 17 alle ore 19. Resta comunque confermata la preapertura alla caccia in deroga dal 1° settembre con le stesse modalità a storno, tortora dal collare e piccione. Grande la delusione per la mancanza della tortora africana e della quaglia. Prendiamo atto dell’impegno profuso dal presidente Luca Ceriscioli, dall’assessore Moreno Pieroni, dal consigliere Federico Talè, assieme alla presidente pro tempore Marzia Malaigia e ai componenti la II Commissione Consiliare per il tentativo di inserire anche la tortora africana.
Mi sia consentito però anche un richiamo a quanti siedono in Consiglio tenendo il piede in due staffe: non si può continuare a strizzare l’occhio agli animalisti e al mondo venatorio. Non si può continuare a elargire contributi con la convenzione del CRAS alle associazioni che con una mano prendono soldi che i cacciatori versano alla Regione e con l’altra fanno i ricorsi ai calendari venatori della Regione stessa. È da tempo che Federcaccia denuncia il fatto e dice basta con fermezza. Una chiara scelta di campo, al di fuori di opportunismi e ricerca di consensi deve essere fatta. Onestà intellettuale e rispetto dei cittadini lo richiedono. Concludo con un sincero “In bocca al lupo!” ai cacciatori marchigiani, accompagnato da un altrettanto sentito e fermo richiamo all’osservanza delle regole di legge, di buon senso e di attenzione verso di noi e verso gli altri. E ricordate: noi lotteremo sempre per quello in cui crediamo!