Nazzareno Galassi, vicepresidente della Federcaccia provinciale di Macerata, ha ricordato con una nota la Legge Regionale numero 7 del 1995 (“Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria”). L’articolo 10 bis, in particolare, prevede l’istituzione di aree di rispetto venatorio. Queste zone servono a far aumentare il numero di lepri, fagiani e starne, ma anche per far svernare la fauna migratoria.
L’aumento dei cinghiali nelle Marche è una realtà da diversi anni e i danni alle colture agricole e gli incidenti stradali non possono essere sottovalutati. Secondo Federcaccia Macerata, dunque, non si può pensare di vietare la caccia agli ungulati nelle aree di rispetto venatorio, anche perchè le altre specie devono essere tutelate dai selvatici. In qualche area sono presenti centri abitati, ma per Galassi si tratta soltanto di motivi di carattere pratico per quel che concerne la tabellazione.
In caso di battute al cinghiale in braccata o girata si rispetta ogni norma di sicurezza, dunque per l’associazione non c’è bisogno di altre leggi, visto che il rispetto di quelle attuali è più che sufficiente. La gestione di cinghiali e cervidi, sempre secondo la nota di Galassi, deve avvenire con modalità tecnico-scientifiche e non come nelle favole della Disney. Infine, è stata accolta con favore l’attivazione del tavolo tecnico per la gestione del cinghiale da parte dell’assessore regionale alla Caccia, Moreno Pieroni.