Le criticità sono parecchie: l’Istituto ritiene che si dovrebbe aprire la caccia alla stanziale e ai turdidi il 2 ottobre; richiede l’adozione del “protocollo gelo” per la beccaccia; ritiene che la caccia a cesena e sassello non dovrebbe superare il 20 gennaio; ritiene che tutti i passeriformi (e quindi tutti i turdidi) non dovrebbero essere cacciabili con la neve (nemmeno in zona alpi e nemmeno dal solo appostamento fisso); ritiene che tutti gli anatidi non dovrebbero essere cacciati oltre il 20 gennaio; ritiene infine che dovrebbero essere introdotte importanti restrizioni alla caccia vagante in pianura nel mese di gennaio. Si danno poi indicazioni per la sospensione del prelievo delle specie moretta, pavoncella, moriglione, combattente, tortora. Come al solito di tecnico e scientifico nel parere c’è ben poco: sostenere che negli ultimi 10 giorni di settembre i bottacci non abbiano ancora iniziato la migrazione e che i nati del 2021 siano ancora in fase di dipendenza dagli adulti è privo di fondamento.
Del pari richiedere la chiusura di tutti gli acquatici al 20 gennaio è basata unicamente sul “disturbo” potenzialmente arrecato dalla caccia alle specie non cacciabili, o peggio dal paventato rischio di “confusione” tra specie cacciabili e non cacciabili (cosa ben difficile per un cacciatore, forse possibile per ricercatori da scrivania). Per non parlare della sospensione del prelievo di cesena e sassello in caso di neve per la sofferenza che le condizioni climatiche arrecherebbero a queste specie. Ma che il parere ISPRA sia scritto con i piedi e senza considerare le specificità lombarde è lampante allorché si leggano i periodi di prelievo per il capriolo! Secondo ISPRA in zona alpi potremmo cacciare le femmine e i giovani (con meno di una anno) nel periodo 1 gennaio-15 marzo, ovvero nel periodo di massimo stress e sofferenza alimentare a causa del manto nevoso insistente, mentre sulle Prealpi, in pianura e sull’appennino potremmo cacciarli solo nel periodo 15 settembre-15 dicembre.
Nel resto d’Italia avviene il contrario. Per non tacere che quanto anche al capriolo maschio pare che ISPRA abbia preso… un granchio… Come Federcaccia da anni inviamo indicazioni alla Regione su questi temi per discostarsene: si tratta infatti di pareri che da anni vengono inviati alle altre regioni (tutti uguali), e ci risulta che la Regione stia lavorando per confutare le richieste immotivate. Ricordiamo infine che quest’anno il calendario è stato sottoposto a Studio di Incidenza ed è in corso la Valutazione di Incidenza: si tratta di procedure inevitabili affinché la caccia non sia preclusa nei SIC e nelle ZPS. Federcaccia sta monitorando tutto l’iter e invierà ogni dato e risultanza a disposizione utili a confutare il parere di ISPRA, semplicemente inaccettabile in molte sue parti (Fonte: Federcaccia Lombardia).