Del pari richiedere la chiusura di tutti gli acquatici al 20 gennaio è basata unicamente sul “disturbo” potenzialmente arrecato dalla caccia alle specie non cacciabili, o peggio dal paventato rischio di “confusione” tra specie cacciabili e non cacciabili (cosa ben difficile per un cacciatore, forse possibile per ricercatori da scrivania). Per non parlare della sospensione del prelievo di cesena e sassello in caso di neve per la sofferenza che le condizioni climatiche arrecherebbero a queste specie. Ma che il parere ISPRA sia scritto con i piedi e senza considerare le specificità lombarde è lampante allorché si leggano i periodi di prelievo per il capriolo! Secondo ISPRA in zona alpi potremmo cacciare le femmine e i giovani (con meno di una anno) nel periodo 1 gennaio-15 marzo, ovvero nel periodo di massimo stress e sofferenza alimentare a causa del manto nevoso insistente, mentre sulle Prealpi, in pianura e sull’appennino potremmo cacciarli solo nel periodo 15 settembre-15 dicembre.
Nel resto d’Italia avviene il contrario. Per non tacere che quanto anche al capriolo maschio pare che ISPRA abbia preso… un granchio… Come Federcaccia da anni inviamo indicazioni alla Regione su questi temi per discostarsene: si tratta infatti di pareri che da anni vengono inviati alle altre regioni (tutti uguali), e ci risulta che la Regione stia lavorando per confutare le richieste immotivate. Ricordiamo infine che quest’anno il calendario è stato sottoposto a Studio di Incidenza ed è in corso la Valutazione di Incidenza: si tratta di procedure inevitabili affinché la caccia non sia preclusa nei SIC e nelle ZPS. Federcaccia sta monitorando tutto l’iter e invierà ogni dato e risultanza a disposizione utili a confutare il parere di ISPRA, semplicemente inaccettabile in molte sue parti (Fonte: Federcaccia Lombardia).