Si è tenuta presso la Provincia di Milano l’Assemblea Provinciale di Federcaccia Milano, Monza e Brianza.
È stata la Sala Oberdan della Provincia di Milano a ospitare l’assemblea provinciale della sezione di Milano, Monza e Brianza della Federazione Italiana della Caccia. E non poteva esserci luogo migliore, sia per contenere in modo adeguato i tantissimi intervenuti – dirigenti, rappresentanti delle istituzioni, cacciatori, familiari, giornalisti – sia per sancire una vicinanza con le Istituzioni sottolineata dalla partecipazione del Presidente della Provincia Guido Potestà, dell’Assessore alla caccia di Milano Luca Agnelli e di quello di Monza e Brianza Andrea Monti.
Presenze che vanno oltre al ruolo istituzionale e rappresentano il riconoscimento dell’impegno e del ruolo della Federazione e dei cacciatori come gestori e tutori dell’ambiente. “Considero – e so di parlare anche a nome del Presidente della Provincia di Monza e Brianza Dario Allevi – i cacciatori soggetti attivi nella valorizzazione del territorio e della biodiversità – ha sottolineato Podestà – e l’attenzione che poniamo all’attività venatoria dimostra il nostro convincimento che la caccia sia capace di rispettare, a differenza di altri soggetti, il contesto ambientale nel quale opera e sia una attività essenziale oggi e in futuro”.
I lavori, presieduti da Carlo Franciosi, Presidente Coldiretti Milano, Monza e Brianza e Lodi – a significare la vicinanza con l’altro attore essenziale della gestione del territorio, l’agricoltura – si sono aperti con la relazione del Presidente provinciale Rodolfo Grassi.
Dopo aver ringraziato tutti gli intervenuti, il Presidente ha ricordato che “Milano, Monza e Brianza attendono molto dagli uomini della Federazione e tutti siamo sicuri che saprete, sapremo continuare a far vivere una partecipazione che significa amore per la Gente. Perché questa è la Federazione impegnata nel Sociale e nella Società civile, questo è il grande popolo degli onesti a cui anche ora date significato ed orgoglio”.
I cacciatori, ha ricordato Grassi, sono stanchi dei continui attacchi animalisti, della disattenzione della politica nazionale, della mancanza di considerazione verso una passione capace invece in tempi di crisi di produrre reddito e lavoro, di gestire il territorio, di mettersi al servizio della società e delle persone, ricevendo in cambio troppo spesso calunnie e non ringraziamenti.
Anche per questo, la Federcaccia di Milano, Monza e Brianza, chiede alla Regione “un impegno politico che adegui la legge per consentire dieci giorni di libertà di caccia su tutto il territorio della Lombardia”, risposta ai cacciatori di una provincia in cui lo spazio dove cacciare è sempre più limitato; ma sottolinea anche la necessità di instaurare nuovi rapporti con parchi e zone protette, passando ad esempio per una cinofilia vissuta come forma di gestione, “per una caccia di selezione che può e deve comprendere anche i volatili”.
E fra le proposte, quella deliberata all’unanimità dal Consiglio, per un grande convegno da tenersi in settembre. “Il programma è essenziale e lo riassume il titolo: ‘Caccia, parlano i cacciatori’. Significa – ha spiegato il Presidente rivolgendosi all’assemblea – che ciascuno di voi avrà la possibilità di esprimere idee, proposte e propositi agli assessori Luca agnelli e Andrea Monti ma anche dialogare con il mondo dell’agricoltura”.
Perché, ha ricordato concludendo fra gli applausi il suo intervento “è importante che continuiate a far sentire la vostra voce, perché sul fronte della protesta civile e della proposta consapevole spesso è rimasta soltanto la Federazione italiana della caccia, forte del prestigio che gli deriva dai suoi uomini, dalle sue 70 guardie volontarie, dai suoi quasi ottomila iscritti nelle 170 sezioni.
Ma è merito anche, lasciatemelo dire, di presidenti di sezione e consiglieri attenti ai problemi e agli equilibri del territorio, alla volontà dei cittadini e alle necessità di una pratica legata all’economia e al tempo libero, innamorati della sua tradizione e capaci di anticipare nella gestione le più moderne dottrine di conservazione attiva dell’ambiente. Dirigenti che guardano alla caccia con affetto e meritano l’affetto della Gente”.
Dopo il già ricordato intervento del Presidente Podestà, sono stati gli Assessori provinciali Monti e Agnelli a prendere la parola, condividendone l’apprezzamento per quanto caccia e cacciatori fanno ogni giorno tutto l’anno per l’ambiente e sottolineando come, pur in momenti non facili per gli enti pubblici, sia alto l’impegno in entrambe le Province per garantire agli appassionati le condizioni migliori per esercitare la caccia, ma anche gestire come si conviene il territorio.
Un esempio: il nuovo piano territoriale, che ha permesso di “liberare” oltre il 30% del suolo occupato, e la realizzazione del nuovo Piano faunistico. Su quest’ultimo in particolare, l’Assessore Agnelli ha invitato con forza a una partecipazione concreta dei cacciatori con proposte e osservazioni, perché questo fondamentale strumento gestionale sia quanto più possibile costruito assieme a loro. Ha poi ricordato che la Provincia di Milano abilita ogni anno 200 nuovi cacciatori ed è sui giovani che si deve insistere, investendo su di loro perché sono il futuro della caccia.
Riprendendo la parola, anche Franciosi ha sottolineato gli stretti legami fra caccia e agricoltura. “Per il mondo agricolo – ha sottolineato – è una opportunità avere al fianco i cacciatori. A loro va un ringraziamento per l’aiuto che ci danno sul territorio per riequilibrare e contenere le molte specie opportuniste. L’agricoltura non può fare a meno della caccia. È un legame forte, che presenta importanti sinergie che in futuro dovranno essere ancora più condivise”.
A chiudere i lavori l’intervento del Presidente regionale Federcaccia Mauro Cavallari. “La nostra – ha detto Cavallari – è una passione che ti scorre nelle vene e non ti fa dormire la notte. Ed è una cosa bella, che abbiamo il dovere di trasmettere ai giovani; perché i nostri nipoti si ricordino di noi, del nostro modo di andare a caccia, di gestire la caccia. Per questo abbiamo però bisogno di fare dei cambiamenti, da subito, anzi da ieri. Non perché abbiamo sbagliato in passato, ma perché i tempi cambiano e bisogna cambiare il modo di rispondere alle nuove esigenze. La nostra Federazione deve fare per la caccia quello che non fa lo Stato, non fanno le Istituzioni. Non per creare una forza politica, ma per essere una forza scientifica. Dobbiamo avere numeri, dati e conoscenze, poter dire all’Ispra che le risposte che non sono in grado di dare loro siamo in grado di fornirle noi. È questo il traguardo che possiamo e dobbiamo raggiungere e dobbiamo farlo con i giovani e per i giovani, perché se non ci riusciamo anche la nostra passione purtroppo finirà”.
Nel corso dell’assemblea, c’è stata anche la consueta cerimonia di consegna di riconoscimenti ai giornalisti che sono vicini alla caccia e la premiazione dei Federcacciatori benemeriti, ma anche due momenti particolarmente commoventi. Il primo, la consegna della starna d’oro ai familiari di Egidio Gazzola, un grande dirigente della Federazione lombarda recentemente scomparso. L’altro, salutato da un grande lungo applauso, alla brava e solerte Teresa, segretaria storica della FIdC milanese, che dopo 40 anni in cui ha messo in riga tutti i cacciatori meneghini, ha raggiunto la meritata pensione. A lei il consiglio ha regalato uno splendido orologio perché – come ha detto il presidente Grassi – “si ricordi che è sempre l’ora della nostra Federazione”.
I giornalisti premiati quest’anno sono stati l’inviato speciale de “Il Giorno” Gabriele Moroni; Michele Cènnamo, scrittore, inviato speciale de “l’Avvenire”; Leonardo Diana, giornalista di “Libero”, che ha ritirato il premio anche per Bruno Vespa e Cristiana Rodi, impossibilitati a essere presenti, ma che si sono detti onorati del riconoscimento a loro rivolto.
Per la stampa specializzata, è stata la volta di Alex Guzzi, nota firma del “Corriere della Sera” per la gastronomia, ma anche appassionato cacciatore e collaboratore di riviste di settore, e del direttore de “Il Cacciatore Italiano”, Marco Ramanzini.
È inoltre stato premiato il funzionario della Provincia di Milano Carmelo Miceli. Ha aperto, a sorpresa, l’elenco dei Federcacciatori benemeriti, proprio l’assessore Luca Agnelli. E poi Carlo Besana, Franco Bosi, Giovanni Cartabia, Mario Dossena, Giorgio Ferrari, Luigi Figini, Fortunato Fogagnolo, Giuseppe Motta e Renzo Sanguanini.
Infine, sono state e consegnate le Rose Camune, un’onorificenza milanese che ricorda lo stemma di Lombardia, ad Armando Boldrin, Antonio Camozza, Ezio Giumelli, Carlo Locatelli, Roberto Motta, Paolo Pardo, Francesco Romeo, Giovanni Rovani, Guido Sala, Luigi Saverio e Mario Zucchetti.
Federcaccia