Federcaccia si aggiunge alla lista degli indignati per la decisione del Tar del Veneto di rinviare ulteriormente l’udienza per la valutazione finale sulla caccia in deroga nella regione a seguito del ricorso della Lac.
Del tutto incomprensibile la decisione del Tar del Veneto presa nell’udienza collegiale di ieri, 19 ottobre, di rinviare ulteriormente al 3 novembre prossimo la decisione sulla richiesta di sospensiva della caccia in deroga in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sotto i profili della competenza.
Una decisione che ci lascia esterrefatti, così come ci lascia esterrefatti l’atteggiamento del Governo nei confronti delle deroghe anche quando queste vengono applicate con il massimo rispetto delle direttive europee. Nell’attesa di una risoluzione della questione, esprimiamo comunque la nostra solidarietà nei confronti dell’assessore Stival, fatto oggetto di ingiustificati e infamanti attacchi.
A chi ci vuole coinvolgere accusandoci di tenere rapporti di collaborazione con l’assessore, ricordiamo che compito della Federcaccia Veneto è quella di confrontarsi in tema venatorio con le istituzioni del territorio e chi ha altri incarichi, come quello di parlamentare europeo, dovrebbe in quella sede concentrare i suoi sforzi, evidentemente scarsi dal momento che non si notano contrasti di rilievo nei confronti degli attacchi dell’altro parlamentare veneto, Zanoni.
A certe insinuazioni rispondiamo che nel passato le disposizioni regionali sono state sostenute da tutti, ma spesso fatte ingiustificatamente proprie dai soliti prevaricatori.
Adesso che bisogna giustificare l’impugnativa del provvedimento sulle cacce in deroga in Veneto davanti alla Corte Costituzionale, la decisione è del Governo, quindi la colpa è anche degli altri pur sapendo da chi è partita l’iniziativa e cioè dai ministri anticaccia del Pdl.
Non è comunque nostra intenzione e lo abbiamo fino ad ora dimostrato, farci trascinare in guerre di bassa lega prestandoci a dare visibilità ed eco a politici che con le loro grida vorrebbero coprire i boati anticaccia di un partito che per convenienza non si vuole lasciare.
Chi ha “distrutto” la credibilità in Europa della caccia in deroga alla piccola selvaggina migratoria nel Veneto per continue procedure di infrazione, percorrendo la strada di “inutili scorciatoie legislative” smascherate ormai a tutti i livelli, creando una situazione cui la Regione ha finalmente messo regola – e la decisone del Tar dello scorso anno lo ha dimostrato – vorrebbe ora fare scuola attaccando in modo vergognoso, fazioso e demagogico, chi sta lavorando per recuperare l’immagine di una serietà perduta.
La FIdC del Veneto non utilizza né demagogia né bugie per cercare consensi, rifugge cioè un modo di procedere che purtroppo non porterà da nessuna parte.
Fonte: Federcaccia