È stato un agile e stimolante convegno a mettere il suggello alla prima, riuscita, edizione della fiera della caccia “Mondo Caccia” che si è svolta a Carrara lo scorso fine settimana.
A confrontarsi sul tema “Caccia sostenibile: Intelligenza e Passione”, moderati da Rodolfo Grassi, giornalista e presidente provinciale della FIdC di Milano, Monza-Brianza, sono stati il Presidente nazionale della Federazione Italiana della Caccia Gian Luca Dall’Olio e Massimo Cocchi di Federcaccia Toscana, assieme ad Alberto Benatti per la Liberacaccia e Massimo Marracci, Segretario Generale dell’Associazione Europea Cacce Tradizionali.
Concorde l’opinione espressa dai relatori sulla importanza di iniziative come quella carrarina, “necessarie sul territorio – ha sottolineato il presidente Dall’Olio – per rendere visibile anche ai non cacciatori l’importanza dell’attività venatoria, anche dal punto di vista economico. Un valore complessivo della caccia che ha avuto pieno riconoscimento in Europa. In Italia purtroppo – ha continuato il presidente FIdC entrando più nel vivo dell’argomento – abbiamo raccolto tardi e in maniera non sempre puntuale le regole, non solo legislative, che l’Europa ha dettato in materia di caccia. Stiamo ora pagando una mancanza di attenzione e di interesse del mondo politico su questi temi”.
E dopo aver ripercorso le vicende legate ai tentativi di modifica della 157/92, dell’insoddisfacente risultato della Comunitaria e di come viene affrontato il tema delle deroghe, Dall’Olio ha sottolineato che per parlare di sostenibilità della caccia intesa come sostenibilità delle richieste e istanze del mondo venatorio, che non possono basarsi più solo sulla politica, sia necessario sempre più dotarsi di maggiori conoscenze tecnico-scientifiche, necessarie anche per costruire un nuovo e diverso rapporto con l’Ispra, che da istituto di consulenza scientifica si sta trasformando sempre più in “fonte” giuridica.
Anche Alberto Benatti si è detto d’accordo con la necessità della raccolta da parte delle associazioni venatorie di dati da fornire al mondo scientifico, sottolineando la necessità di una loro validazione di un organismo super partes, pena la loro messa in discussione. “Parlando di sostenibilità – ha detto anche Benatti – non è sostenibile che sia solo l’Ispra a dettare le regole, in particolare quando non dispone di dati per farlo”. Nel suo intervento, Massimo Marracci ha ricordato come l’Associazione Europea per le Cacce Tradizionali sia nata nel 1995 proprio da una idea di Francia e Italia, alle quali si sono poi aggiunti altri Paesi europei particolarmente legati alla caccia alla migratoria. In questi anni l’associazione si è dedicata alla raccolta di dati scientifici e alla ricerca, ma questo si è rivelato più facile e maggiormente condiviso all’estero che non in Italia.
Marracci ha poi individuato diverse forme di sostenibilità: da quella scientifica appunto, “perché le cacce tradizionali affondano il loro valore nelle tradizioni e nella passione, ma devono essere oggi mediate dall’intelligenza”, a quella tecnica, che nel nostro Paese non è ancora bene realizzata (spesso si fa confusione ad esempio fra erratismi e inizio vero e proprio delle migrazioni); da quella giuridica con una applicazione corretta delle leggi e delle direttive, a quella culturale, trasmettendo i nostri valori e il nostro impegno all’esterno.
Ha concluso poi il giro di interventi Massimo Cocchi, che ha sottolineato la necessità di approfondire il concetto di professionalità legato alla caccia, attirando l’attenzione sul pericolo di trasformare difficoltà contingenti in problemi sul medio-lungo periodo.Parlando di sostenibilità, Cocchi ha ricordato come questo concetto sia particolarmente ben espresso dalla legge sulla caccia della Toscana, dove è richiamato espressamente, ponendolo però in modo subordinato alla gestione e alle necessità delle attività umane, caccia compresa.
Il convegno è stata l’occasione per consegnare un riconoscimento, deliberato dalla FIdC provinciale di Milano al Presidente dell’Ente Fiera Paris Mazzanti per questa iniziativa e a Carlo Romanelli, della FIdC di Carrara per l’impegno profuso nella sua organizzazione insieme al direttivo e ai soci della sezione.
Un impegno che ha visto la Federcaccia protagonista per tre giorni, con una serie di iniziative che sono andate dalla presenza istituzionale, allo spettacolo offerto dalla U.N.C.F., la settoriale federcaccia dei falconieri cacciatori, alla presenza presso lo stand del Club dei Piccoli Calibri, che ha illustrato il loro uso nella pratica venatoria, all’organizzazione, assieme alla sezione comunale dell’Anuu di Carrara, di un’esposizione aperta a tutte le razze canine.Uno sforzo ripagato da una ottima affluenza di visitatori e che apre prospettive interessanti per le future edizioni.
Fonte: Federcaccia