Federcaccia: grande successo registrato dal convegno sugli Ambiti Territoriali di Caccia tenutosi a Imola lo scorso 16 febbraio.
Unanime e convinto apprezzamento da parte delle Istituzioni e delle Associazioni di categoria per un incontro che ha gettato le basi di un percorso di rilancio di un Istituto fondamentale per la gestione del territorio. Il Presidente Nazionale FIdC Dall’Olio apre alle proposte operative dell’Assessore Regionale Rabboni, chiedendo maggiore attenzione e rinnovata considerazione per la caccia Fermamente voluto e ottimamente organizzato dalla Federcaccia di Imola, il convegno “Un nuovo punto di arrivo degli Ambiti Territoriali di Caccia” tenutosi sabato 16 febbraio, ha senza alcun dubbio rappresentato un importante momento di riflessione su temi, problematiche e prospettive che travalicano i confini regionali.
Di questo erano consapevoli gli organizzatori e i relatori che coordinati dal Consigliere di presidenza Paolo Pini hanno preso la parola di fronte a una folta platea attenta di cacciatori, ma anche dirigenti, amministratori e rappresentanti delle diverse componenti che operano all’interno degli Ambiti Territoriali di Caccia o che dal buon funzionamento di questi hanno conseguenze per le loro attività anche in campo sociale ed economico.
Aspetti messi subito in luce nell’introduzione ai lavori da parte di Gabriella Montera, Ass. Agricoltura e Caccia Provincia di Bologna, e dal sindaco di Imola Daniele Manca, e ancor più nell’intervento del v.presidente nazionale FIdC Massimo Buconi, che ha lanciato una serie di spunti di riflessione sul ruolo degli Istituti e sul loro funzionamento, non esimendosi da riflessioni critiche sull’apporto di professionalità e competenze messe a disposizione degli stessi da parte dei componenti, associazioni venatorie in primis, affinché possano svolgere al meglio i loro compiti.
Delle difficoltà date da una normativa non sempre adeguata si è occupato l’avv. Franco Livera, presidente provinciale di Piacenza, dando alla platea un non semplice quadro della situazione attuale e dei possibili sviluppi futuri alla luce della non ben definita questione del riordino delle province. “È essenziale – ha ricordato Livera – una maggior chiarezza delle norme, eliminando sovrapposizioni di livelli amministrativi che complicano, spesso impedendolo, l’impegno gestionale degli Atc, con mancati raggiungimenti degli obbiettivi e costi per tutta la società”.
Esempi pratici di come raggiungere maggiore funzionalità ed efficienza, tramite la raccolta dei dati e l’impiego di tecnologie ora a disposizione di tutti sono stati portati da Heinrich Aukenthaler, Direttore Associazione Cacciatori Alto Adige – Sezione provinciale F.I.d.C. di Bolzano. “Una maggiore conoscenza del territorio – ha sottolineato – delle specie che vi insistono, cacciabili e no, tipologie e impiego del suolo, presenza di criticità infrastrutturali, sono tutti elementi indispensabili per poter procedere a stendere qualsiasi tipo di progetto consapevole e portarlo fino in fondo con successo”.
Unanime la condivisione dei rappresentanti delle diverse Associazioni e degli Organismi ed Enti territoriali presenti in sala, così come messo in luce dagli interventi del v.presidente regionale FIdC Togni, che ha portato anche i saluti del presidente Merighi assente per impegni all’estero; del rappresentante della Coldiretti Ghetti, della Cia Peri, del dottor Silvano Toso dell’Ispra e di Moreno Morganti, presidente ATC BO3.
È stata quindi la volta dell’Ass. reg. all’Agricoltura e Caccia Tiberio Rabboni tirare le somme, ringraziando la Federcaccia “per l’iniziativa di aver dichiarato esplicitamente la necessità di una evoluzione degli Atc per rispondere meglio ai mutamenti intervenuti dalla loro istituzione; assolvere compiutamente al loro ruolo e aver messo in luce le criticità che rischiano la delegittimazione di questo Istituto per verificarne dal basso, da chi lavora sul territorio, l’efficienza e se è possibile dare loro un livello di operatività minimo più corrispondente alle necessità”.
Dopo aver richiamato il futuro governo e la politica ad una maggiore attenzione alla materia caccia, uscendo da quelle che non ha avuto remore a definire latitanza e irresponsabilità che ne hanno caratterizzato l’operare nell’ultima stagione, l’ass. Rabboni ha individuato tre passaggi essenziali in una ottica di rilancio del ruolo degli Atc a livello regionale, ma esportabile a livello nazionale: una fase di confronto fra tutti i componenti (cacciatori, agricoltori, ambientalisti, amministrazione regionale e provinciali) per individuare uno standard minimo di operatività ottimale; la definizione di un coordinamento regionale e dove il numero lo permette anche provinciale, in modo da permettere un confronto più frequente e produttivo; preparare alla luce del previsto riordino delle Province una contemporanea revisione dei ruoli degli Atc, affinché diventino sussidiari dei compiti delle Province stesse. Per realizzare questo percorso l’Assessore si è detto pronto ad aprire un tavolo di confronto regionale.
Gian Luca Dall’Olio, Presidente Nazionale FIdC ha infine preso la parola per concludere i lavori. Dopo aver plaudito all’iniziativa di Imola, il presidente ha invitato a chiedersi che tipo di caccia vogliamo domani, e in base a questo lavorare su un rilancio e una revisione del modello degli Atc – subiti, ma mai veramente accettati dal mondo venatorio italiano – per fare “quel salto di qualità verso le professionalità e i ruoli di sussidiarietà allo Stato in materia di programmazione e gestione di territorio, ambiente, fauna e prelievo che caratterizzano la realtà europea e che consentono ai cacciatori di quei Paesi di godere di ben altra considerazione da parte della società e della politica”.
E proprio alla politica italiana il presidente Dall’Olio ha chiesto una attenzione diversa per la caccia, componente piccola, ma essenziale anch’essa per il rilancio del nostro Paese e per la salvaguardia degli equilibri ambientali, prima che per i cacciatori, visti come serbatoio di voti.
“Anche per questo – ha sottolineato – nella revisione necessaria della 157 prima di affrontare la questione di tempi e di specie, che ha portato fino ad oggi a insabbiare qualsiasi tentativo di modifica, un appoggio trasversale necessario a qualsiasi cambiamento va cercato sul ruolo della caccia come forza gestionale di territorio e ambiente. Su questo il mondo politico ci deve dare risposte, aprendo un tavolo di confronto ad alto livello, equidistante e libero da considerazioni legate al peso elettorale di alcuni dei componenti come è stato fino ad ora. Un tavolo che consideri le domande della caccia prima di quelle dei cacciatori, il che vuol dire niente demagogia ma anche niente preclusioni ideologiche. Ragionando per il bene del Paese, di cui anche la caccia fa parte. Un percorso – ha concluso – che può partire anche dagli Atc per aprire una stagione importante, che ridia dignità alla caccia e con essa ai cacciatori”.
19 febbraio 2013
Federcaccia