Federcaccia: il Prof. Nobile della Lega Italiana Lotta contro i Tumori, fa alcune riflessioni sul documento distribuito dall’ISPRA sugli effetti del piombo delle munizioni.
Sollecitato dalla Dottoressa Giorgia Romeo, responsabile tecnico scientifico dell’Ufficio Gestione Ambientale Faunistico Venatoria della Federazione Italiana della Caccia, il professor Franco Nobile, oncologo di fama mondiale, presidente della lega tumori senese e da lunghi anni impegnato in Italia e all’estero in ricerche e progetti per la prevenzione e lo screening delle fonti di rischio in commissioni ministeriali ed internazionali, ha individuato alcuni punti degni di riflessione in merito al documento sugli effetti del piombo delle munizioni recentemente distribuito dall’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Di seguito pubblichiamo il testo integrale della lettera:
“Ad una prima lettura della relazione ISPRA “Il piombo nelle munizioni da caccia: problematiche e possibili soluzioni” si possono esprimere alcune considerazioni:
-Manca il rapporto ponderale proporzionale tra il peso di un pallino di piombo e il peso di un uccello e di un uomo;
-Occorre elencare in scala quantitativa altre fonti di intossicazione da Pb per l’uomo in ordine di importanza. A che punto dell’elenco si collocano i pallini di Pb, considerata la saltuaria e sporadica ingestione di cacciagione? E quanto del Pb ingerito viene assorbito? Dal 2 al 20% (pag. 16);
-Occorrerebbe misurare le percentuali di Pb assorbite dalle diverse fonti di intossicazione dalle benzine dalle tubazioni, ecc. fino ai pallini) per vedere quanta è la responsabilità del caccia;
-Si fa una lunga e dettagliata descrizione degli effetti del Pb sull’uomo. Ma quanto è imputabile al Pb dei pallini o ad altre sorgenti di Pb? C’è una facile generalizzazione!;
-Occorerrebbe ricercare la concentrazione di Pb presente in acqua e suoli non colpiti da pallini di Pb per stabilire un valore di fondo ambientale;
-Distinguere tra pallini penetrati nella selvaggina da ferite e pallini da ingerimento (peraltro eliminati in pochi giorni);
-La dispersione del Pb sulle acque e nel terreno avviene attraverso diverse fonti, di cui la più piccola è quella dei pallini;
-Quali e quante sono le fonti di Pb che entrano nella catena trofica? P. es. con l’ introduzione della benzina verde (senza Pb tetraetile come antidetonante) i livelli di Pb nel sangue si sono più che dimezzati. Vedi anche pag. 30 e segg.;
-Gran polverone ed enfatizzazione delle sorgenti di Pb rispetto ai minuscoli e sporadici pallini MANCA L’ ELENCO DELLE FONTI DI Pb nell’AMBIENTE;
Pag.37: Esagerata sovrastima delle cartucce sparate in Italia e quindi del Pb disperso nell’ambiente Infatti non si tiene conto di importanti fattori di correzione, come:
-drastica e progressiva riduzione del numero dei cacciatori
-meno cartucce acquistate per la crisi economica;
-meno colpi sparati alla migratoria per riduzione delle specie cacciabili;
-riduzione del flusso migratorio *riduzione dei calendari venatori;
-concentrazione dei cacciatori nella caccia agli ungulati soprattutto cinghiale dove si sparano pochissime cartucce;
-aumento dei piccoli calibri (dal 20 al 410) che sparano meno piombo;
Si fanno calcoli grossolani, approssimativi, tendenziosi e preconcetti.
Viene inoltre impiegata una terminologia quanto meno “disinvolta”. Per esempio, talvolta si parla di contaminazione da piombo, altre volte di inquinamento da piombo, altre volte ancora di tossicità del piombo. Per cui, tra tutte le cause di nocività ambientale, il piombo agirebbe sul piano fisico, perché la contaminazione è radioattiva, ma anche sul piano chimico, perché tossico, nonché sul piano bioloeico, perché l’inquinamento è batterico!
Nei raffronti non si applicano corretti o quanto meno attendibili fattori di correzione, sia in piu che in meno e soprattutto senza verifiche sul campo. Anche i riferimenti bibliografici sono spesso contraddittori e con risultati non confrontabili a causa dei diversi sistemi di indagine adottati dai ricercatori.
Anche se all’inizio “si mettono le mani avanti” per smentire qualsiasi strumentalizzazione in chiave preconcetta anticaccia, tuttavia si enfatizzano i danni da piombo impiegato esclusivamente ad uso venatorio lasciando trasparire la facile adozione di misure preventive: niente piombo tossico? Niente caccia con munizioni di piombo.
Tuttavia, nell’ottica di una prevenzione oncologica la più capillare possibile si può concordare con il superamento delle cartucce con piombo, metallo pesante tossico e cancerogeno, anche se l’esiguo impatto ponderale di qualche pallino anziché rappresentare da solo tutta la responsabilità patogena, potrebbe al massimo agire come concausa insieme ad altri fattori morbigeni, comprese le altre fonti ambientali dello stesso metallo.”
Siena, 23 ottobre 2012
Prof. Franco Nobile
Oncologo
Presidente di Legatumori Senese
Fonte: Federcaccia