Impossibile rispondere in altro modo alla lettera del signor Alessandro Maria Fucili e della sua famiglia, che malgrado l’ignobile atto di cui sono rimasti vittime nella loro proprietà in quel di Osimo, nelle Marche, si è rivolto a Federcaccia non per accusare, come avrebbe potuto e altri avrebbero fatto, tutta una categoria di persone, ma per cercare con grande equilibrio, e di questo lo ringraziamo, una spiegazione, se spiegazione ci può mai essere, a un gesto che nulla ha a che fare con la caccia, ma nemmeno con il comportamento di qualsiasi essere umano che si definisca tale.
Difficile, anzi impossibile, trovare parole che non siano di ferma condanna nei confronti di chi ha sparato senza motivo a pochi metri da una abitazione contro un cane, una femmina di pastore tedesco di 9 anni di nome Queena, lasciandolo gravemente ferito, abbandonandolo senza soccorso e scappando per sfuggire alle proprie responsabilità.
Non possiamo che essere d’accordo con il signor Fucili quando nella sua lettera e nella telefonata intercorsa con il Presidente Nazionale Gian Luca Dall’Olio che si è affrettato a mettersi in contatto con lui, si dice preoccupato, e così noi, di sapere che ci sono soggetti che si abbandonano a siffatto comportamento che, scrive, “credo, si discosti con chiarezza, dalla stragrande maggioranza di persone che praticano la caccia”.
Un comportamento che, lo ripetiamo, riceve tutta la nostra più ferma condanna senza la quale, citando ancora il signor Fucili che malgrado la situazione che sta vivendo ha per noi quasi paradossalmente parole di attenzione, “nessuno potrà distinguere tra cacciatori virtuosi e rispettosi delle norme e dell’altrui vita, e tra soggetti pericolosamente irresponsabili”.
“Sono convinto – conclude Fucili – che moltissimi siano i cacciatori in gamba e responsabili, e pochi i criminali pericolosi per gli altri. Ma la distinzione tra i due gruppi deve apparire chiara a tutti!”.
Anche in questo siamo concordi con lui, e perché le nostre non suonino solo come parole di solidarietà vuota e gratuita, garantiamo al signor Fucili e alla sua famiglia che le nostre guardie e i nostri dirigenti locali daranno tutto il contributo possibile alle forze dell’ordine perché le indagini in corso individuino quanto prima l’autore di questo ignobile gesto che getta un’ombra su tutti i cacciatori, in modo che possa rispondere delle sue azioni e assumersi pienamente le proprie responsabilità.
Roma, 30 settembre 2015 – Federazione Italiana della Caccia