Sulla cronaca di Bologna de “La Repubblica” di questa mattina abbiamo avuto modo di leggere le accuse dell’ENPA alla Regione Emilia Romagna e ai cacciatori. Domani si apre la stagione venatoria applicando lo strumento, legittimo e regolamentato, della preapertura e come ci aspettavamo puntuale arriva la consueta nota degli “anti” di turno. Una sigla vale l’altra perché tutte si basano sulla diffusione di notizie confezionate in modo da apparire autorevoli considerazioni tecnico legali, quando in realtà si legge sempre il solito pastone di bugie e mezze verità, condite con un po’ di catastrofismo, che fa sempre bene per parlare alla pancia degli italiani.
Premettendo che la caccia nel nostro Paese è strettamente controllata, forse l’attività più normata di tutte, e di conseguenza quando esercitata assolutamente legittimata, ricordiamo all’ENPA e a tutti gli altri che vorranno intervenire sul tema, una serie di fatti assolutamente oggettivi che la sfidiamo a confutare. La preapertura è facoltà concessa dalla Legge 157/92 alle Regioni che hanno Piano Faunistico venatorio vigente, e la Regione Emilia Romagna lo ha. Non corrisponde al vero che si sparerà a popolazioni fortemente in declino: la tortora ha una popolazione stabile in Italia (dati aggiornati al 2018) e le popolazioni in transito migratorio provengono in Emilia Romagna da areali dell’Europa centro orientale, dove le popolazioni sono stabili.
Non corrisponde al vero che si spari a soggetti immaturi: le specie cacciabili in preapertura sono tutte al di fuori del periodo riproduttivo, come da documenti europei approvati dalla Commissione Ambiente UE. Non corrisponde al vero che ISPRA abbia chiesto di sospendere la caccia al moriglione e alla pavoncella, ma ha consigliato il monitoraggio dei prelievi e i limiti di carniere, precisamente attuati dalla Regione Emilia Romagna. Non corrisponde al vero che le due specie siano in “pessimo stato di conservazione”. Al contrario in Italia le specie sono in aumento negli ultimi anni.
Non è nemmeno vero che le uniche Regioni a rispondere al ministero dell’Ambiente siano state Molise e Sicilia: lo hanno fatto tutte le Regioni, respingendo la proposta di divieto di caccia, spesso allegando dati e risultati di monitoraggi recentissimi. La classificazione SPEC che le sigle anticaccia continuano a citare da anni non ha alcun valore ufficiale essendo di un ente privato. Al contrario vi sono fonti ufficiali della Commissione Europea. La caccia ai turdidi fino al 30 gennaio 2020 è in perfetta armonia con la direttiva Uccelli e i documenti interpretativi di questa. Ci auguriamo che alla nostra nota venga dato lo stesso spazio dedicato all’ENPA, ma anche così non fosse, questo non cambierebbe la realtà delle cose.