Non poteva mancare l’intervento di Federcaccia, in particlare del Presidente Regionale FIDC Veneto, Flavio Tosi, nella controversa situazione della caccia in deroga per specie non cacciabili sospesa dal Tar del Veneto dal 6 al 19 Ottobre ed oggetto di interminabili polemiche.
La decisione del Tar del Veneto di sospendere le cacce in deroga nasce dal pressoché contestuale esame del ricorso davanti la Corte Costituzionale voluto dai ministri anticaccia del Pdl, che avevano tentato, per fortuna senza riuscirci, analoga iniziativa nei confronti della legge sulle deroghe della Regione Lombardia.
Caso mai bisognerebbe chiedersi come è stato possibile che il Governo fermi il proprio ricorso contro la legge in Lombardia e altrettanto non abbia fatto per il Veneto. Ma tant’è.
Quel che è certo è che la Caretta con le sue dichiarazioni non prova vergogna neppure nel negare l’evidenza, così come l‘attribuire ad altri le colpe che sono invece della propria parte politica è un gioco al quale questi rappresentanti dell’Acv ci hanno abituato da tempo. Per questo motivo invitiamo gli interessati a leggersi le argomentazioni del Tar.
Con l’occasione vorremmo ricordare al Presidente della Lac Zanoni che l’applicazione del regime di deroga ai sensi della lettera c) è previsto dalla direttiva 2009/147/CE, che di tale facoltà i cacciatori del Veneto intendono avvalersi così come se ne avvalgono altri cacciatori europei e che nessuna illegittimità è stata commessa da questa giunta regionale, prove ne è che lo scorso anno tutti i ricorsi presentati dalla Lac che è quindi abituata ad andare in tribunale e non costretta come dice Zanoni sono stati respinti.
Fonte: Federcaccia